TUTELA DEI MINORI E DELLE PERSONE VULNERABILI: pubblicati i sussidi formativi
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Il Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della CEI ha pubblicato a fine settembre due sussidi per formatori, educatori e operatori pastorali per dare concretezza alle Linee guida. Essi hanno una funzione padagogica e aiutano a comprendere una realtà che purtroppo ci appartiene, a interpretare quello che sta accadendo, a rendersi conto che si sta parlando di persone: sia quelle ferite, sia quelle che hanno ferito. In questo modo è possibile affidare tutte queste persone all'intera comunità cristiana, in modo particolare a coloro che hanno responsabilità su altri.
Anna Deodato
Per una più vasta diffusione, sono anche scaricabili on line, così come le Linee guida.
- LE FERITE DEGLI ABUSI e BUONE PRASSI DI PREVENZIONE E TUTELA DEI MINORI IN PARROCCHIA - settembre 2020
- LINEE GUIDA PER LA TUTELA DEI MINORI E DEGLI ADULTI VULNERABILI - giugno 2019
Leggi anche la presentazione dei due Sussidi: https://www.agensir.it/chiesa/2020/09/29/le-ferite-degli-abusi-e-le-buone-prassi-pubblicati-i-primi-due-sussidi-del-servizio-nazionale-per-la-tutela-dei-minori/; https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/sussidi-cei-abusi
C’è un tempo per piangere e un tempo per rinascere
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Il tempo che è appena trascorso è stato un tempo difficile, drammatico, che ci ha fatto vivere in una bolla impensabile ed inimmaginabile.
Il mondo, e soprattutto il nostro occidente tecnologico, industriale, pieno di risorse, bloccato da un Virus. Un ceppo virale della specie SARS-related coronavirus/SARS-CoV, facente parte del genere Betacoronavirus(famiglia Coronaviridae), sottogenere Sarbecovirus, scoperto intorno alla fine del 2019. Ogni virione SARS-CoV-2 ha un diametro di circa 50-200 nanometri. Essere infinitesimale, neanche immaginabile eppure ha bloccato il mondo, ci ha costretti a casa, in isolamento, ha fatto vittime come in una guerra.
Ora è arrivato il momento di guardare a ciò che è successo e cercare di cogliere l’insegnamento che anche questo disastro ci ha lasciato.
Anche per noi Ausiliarie, generose consacrate di questa terra ambrosiana, abituate a non fermarsi mai, a trovare nel servizio pastorale (importantissimo; non si mette in dubbio questo) quasi la nostra ragion d’essere è il momento di rimettere un po’ di ordine nelle priorità e scoprire quali doni portiamo a casa da questo periodo.
Memoria di San Paolo VI: Sentire cum Ecclesia
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Oggi ci uniamo alla Chiesa per la memoria di San Paolo VI e il ricordo va ancora alla canonizzazione vissuta a Roma insieme al Vescovo Mario Delpini e ai fedeli ambrosiani.
Come Ausiliarie Diocesane, infatti, ci troviamo inserite nella sua storia di santità. Da Vescovo di Milano, insieme ad alcuni preti impegnati nelle realtà vocazionali della Diocesi, avviò il discernimento sulla dedizione pastorale da parte delle donne, confrontandosi con altre realtà già esistenti in Italia e in Europa. Si trattava di permettere allo Spirito Santo di parlare anche a Milano: Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia (Is 43,19).
L'ascolto dello Spirito e lo sguardo profetico lo portarono ad intuire il dono e la necessità di una nuova presenza femminile, corresponsabile con il Vescovo per la cura della Chiesa locale. E da questo noi traiamo ispirazione.
Diventato Papa non poté proseguire ma la sua eredità fu raccolta dai suoi successori, i cardinali Giovanni Colombo e Carlo Maria Martini, che accompagnarono la fondazione dell'Istituto e lo riconobbero parte integrante dell'identità della Chiesa ambrosiana.
Sentire cum Ecclesia: è questa l'esortazione del card. Montini - Paolo VI che ci raggiunge in questo tempo in cui abbiamo ricordato il 40' anniversario dell'erezione giuridica dell'Istituto. Ci sentiamo chiamate a confondere i nostri sentimenti con quelli della grande famiglia di Cristo (omelia alla Messa con le religiose del 1960) per capirne dal di dentro i bisogni spirituali e accompagnarla all'incontro con Lui.
Guarda anche il sito della Diocesi di Milano
Barbara Olivato
Ad una sola voce - Preghiera per l'umanità
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Ci uniamo anche noi alla giornata di preghiera e di digiuno perché, davanti al male che provoca dolore, solitudine, povertà di molti, ci accorgiamo di non poterci salvare da soli o di avere il controllo su tutto e ci riscopriamo fragili e indifesi, bisognosi gli uni dell'altri e di creare relazioni di solidarietà oltre ogni confine e barriera che troppo velocemente costruiamo fra noi. Ecco che la preghiera e la carità uniscono, donano speranza, allargano il cuore, ci fanno sentire fratelli in umanità, tutti sulla stessa barca. L'invito è per tutti i credenti di ogni confessione religiosa e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà che desiderano camminare insieme pur nelle nostre diversità, costruire una cultura di convivenza e di pace universale, e raccogliere il grido di sofferenza dell'umanità e affidarlo, custodendo nel cuore la certezza che non rimane inascoltato.
GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA: dedicate all'edificazione del popolo di Dio
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Infatti, la Parola con cui il Signore ci ha chiamato ad appartenere a Lui in modo speciale e il SÌ che liberamente gli abbiamo risposto, ci porta a vivere in pienezza e senz'altro la vocazione battesimale, secondo tre consigli che Gesù stesso ha raccomandato: sono i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza nei quali ci siamo impegnate per sempre facendo voto, non solo a parole ma con tutta la nostra vita.
Professare la castità nella nostra vita di consacrazione a Dio significa cercare di custodire il nostro cuore libero da legami personali tenuti esclusivamente per noi stesse e da legami di dipendenza e di dominio verso gli altri.
Vivere la povertà significa custodire il nostro cuore libero da quei legami che ci rendono schiave delle cose desiderate, ottenute con o senza fatica, possedute, trattenute per noi stesse e non condivise.
Vivere l'obbedienza significa custodire il nostro cuore libero dal nostro egoismo e da quelle preoccupazioni personali che ci rendono tristi, ansiose o arrabbiate...
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