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Chi andiamo a vedere

papa dito
Muovere i passi, muovere il cuore verso la visita del Papa alla nostra Chiesa di Milano alla vita di ciascuno di noi, cercando di fare di questo evento non un “evento di mondanità religiosa”, ma un evento che raccolga la nostra storia e la carichi di promessa, ovvero un evento che ponga davanti un futuro di rinnovata fecondità.
Può aiutare tutti noi, avvicinarci a questo giorno i lasciandoci interpellare da una domanda evangelica:«Cosa siete andati a vedere?» (Mt 11,7). La nostra città di Milano non è un deserto, tutt’altro: un grande popolo vi abita in essa, una moltitudine di gente, eppure camminando per le vie,a volte urtandoci,sperimentiamo il deserto degli sguardi (occhi fissati su smartphone e simili), tra i rumori della città difficile è riuscire a cogliere quel soffio di vita vera che è in ciascuna persona. Chi andiamo a vedere? Sarebbe bello essere mossi dal desiderio di “vedere” nel suo significato biblico: conoscere, lasciando che ciò che l’occhio vede, l’orecchio ascolta, entri e interpelli in profondità la vita. Il vedere diventi un incontrare,un lasciarsi coinvolgere e, qualche modo, un lasciarsi trasformare.

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Maestra, lo sai che viene il Papa?

papa francesco.bambini1412I bambini sono semplici e immediati, afferrano al volo le notizie e sono pronti ad attivare il proprio bagaglio emotivo  per   comunicarlo.  So  che  papa  Francesco  viene  a  Milano,  ma  come  vorrei  che  anche  in  me scattasse spontanea la stessa gioia. Non sono già pronta, ma posso  prepararmi. Devo sgombrare la via da tutto  ciò  che  ostacola  il  cammino  o  forse  anche allenarmi  ad  arrampicarmi  su  un  albero,  come  fece Zaccheo,  per  poter  vedere  il  Signore  nonostante  la  folla.  Posso esercitarmi  per  liberare  la  mia  capacità  di ascolto,  per  lasciarmi  interpellare  dalla  novità  del  Vangelo  che  il  papa annuncia.  Mi  sento  interpellata  da una sottolineatura in particolare: usciamo, fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: - Voi stessi date loro da mangiare – Mc 6,37 (EG 49). Un primo aspetto su cui convertirmi è l’entusiasmo di una  cammino  di  preghiera.  Mettersi  in  ascolto  di  quella  melodia  vissuta  nella  liturgia  quotidiana  che,  in particolare  nel tempo  di  Quaresima,  invita  alla  conversione.  

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Milano, ti aspetta!

papa francescoCaro Papa Francesco,
Milano ti aspetta!
Troverai un popolo numeroso che appartiene al Signore.
Popolo numeroso anzitutto perché Milano è la diocesi più grande del mondo, che attinge ad una tradizione di fede millenaria, per cui le parrocchie nei quartieri di città o nei paesi sono “lucerna accesa”, che richiama alla bellezza della vita in Cristo.
Il popolo è numeroso perché ogni giorno il Signore vi aggiunge nuovi credenti neonati, fanciulli, adolescenti o adulti, attraverso il dono del battesimo.
Inoltre è un popolo numeroso perché da tempo è popolo di popoli, un popolo “a colori” che trova la sua identità nella persona di Gesù e cerca di vivere l’Evangelo dell’umano, Buona Notizia per il nostro tempo.
A volte, questo popolo si sente “un piccolo resto”, spaventato dai cambiamenti epocali e dimentica che il suo compito è di essere “lievito nella pasta” della società in cui viviamo.

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Un popolo numeroso accoglie Papa Francesco

PapaFrancesco24.03.2013 webIl prossimo 25 marzo a Milano sarà una giornata di grande emozione per la visita di Papa Francesco e anche un’ occasione per lasciarci scuotere e convertire come famiglia ecclesiale, raccolta attorno alla preghiera, ai sacramenti, alla carità.
Tra le proposte offerte per prepararsi alla visita del Papa c’è anche un piccolo, agevole e interessante sussidio indirizzato a tutte le realtà pastorali presenti in diocesi.

Il primo capitolo ci aiuta a comprendere, alla luce dell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium, il significato dell’ essere popolo di Dio, cioè popolo di credenti che si riconoscono familiari del Padre, nello Spirito Santo, attorno a quell'unico pane che è corpo di Cristo e che, spezzato, è pane per tutti. Appartenere a questo popolo è un dono, non un merito!
E questo ci apre al dialogo, all’accoglienza, alla missione e alla reciprocità del rispetto tra le diverse culture e usanze.

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50° Anniversario della Parrocchia San Carlo Borromeo di Sesto San Giovanni: la gioia di crescere insieme

sscIl 16 novembre 2016 ricorre il 50° anniversario della dedicazione di una delle Parrocchie di Sesto San Giovanni a San Carlo Borromeo.
 
I festeggiamenti sono iniziati a settembre, con la festa dell'Oratorio: è partita una fiaccolata dal Seminario di Venegono, che ha fatto tappa nei luoghi dove abitano attualmente preti e ausiliarie che hanno prestato servizio in parrocchia e in oratorio: a Tradate da Laura Galimberti, a Barlassina da don Sandro Chiesa, a Seveso da Susanna Poggioni, a Cormano da don Gigi Musazzi, a Sesto da don Gianni Pauciullo.

A ciascuna di noi è stato chiesto un ricordo degli anni trascorsi a Sesto San Giovanni, che andranno a costituire un documento della Parrocchia. Riportiamo qui la testimonianza di Susanna.

 La parrocchia di S. Carlo è di poco più giovane di me e dell'Istituto delle Ausiliarie Diocesane.

È stata una delle parrocchie che per prime hanno visto la nostra presenza, certamente la prima "cittadina" e una delle prime fuori dai contesti dei paesi della Brianza e del Varesotto. Una realtà "periferica", quartiere nato dall'immigrazione, con una realtà sociale con diverse problematicità.

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