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VORREI RISORGERE DALLE MIE FERITE/3

vorrei risorgere smallPubblichiamo un articolo raccolto da Riccardo Maccioni

Intervista ad Anna Deodato

Avvenire 23/02/2019

Leggi le "Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili"

TROPPI SILENZI SULLE SUORE VITTIME DI ABUSI

Parla Anna Deodato che svolge un servizio di ascolto e di accompagnamento a Milano: «L'esito del summit dipende dalla capacità di ascolto dei cuori feriti»

Cambiano le storie e i percorsi ma un dato emerge da tutte le testimonianze: l’abuso è un’esperienza di morte. Lascia ferite profonde, difficili se non impossibili da guarire. Si tratta di ritornare a vivere, di ridare un senso alla propria esistenza, di ricominciare ad accettarsi, superando innanzitutto la vergogna degli innocenti. Quella che ti fa sentire responsabile di qualcosa che non hai commesso. E poi c’è bisogno di coraggio, tanto coraggio, per denunciare. A dispetto dei silenzi complici di chi ti circonda. No, non è facile. Soprattutto se sei una donna e la violenza si consuma in un luogo che dovrebbe ispirarsi alla logica del Vangelo. L’ha sottolineato con chiarezza il Papa di ritorno dal viaggio ad Abu Dhabi, richiamando la deriva culturale, purtroppo tuttora presente in molti Paesi, per cui la donna, sono parole sue, «è ancora considerata di seconda classe».

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VORREI RISORGERE DALLE MIE FERITE/2

vorrei risorgere smallPubblichiamo l'articolo intervista apparso su LA STAMPA e IL SECOLO XIX il 18.02. 2019

Intervista ad Anna Deodato

A cura di Iacopo Scaramuzzi

Leggi le "Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili", 24.06.2019

L'ABUSO DELLE RELIGIOSE E' UN FENOMENO ANCHE ITALIANO

L'abuso delle religiose è un fenomeno «diffuso» anche in Italia. Anna Deodato, membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale per la tutela dei minori della Conferenza episcopale italiana, spiega che «il clericalismo è una piaga presente anche nella nostra Chiesa italiana» e sottolinea che «l'abuso sessuale accade come ultimo, tragico atto di una serie di abusi di potere e di coscienza». La religiosa dell'Istituto delle Ausiliarie diocesane di Milano si attende che la Chiesa tutta e i vescovi in particolare escano dal vertice convocato da Papa Francesco in Vaticano, da giovedì a domenica prossima, più credibili e coraggiosi, avverte che è necessario «passare dalla curiosità che si nutre dello scandalo, ma poi comunque lascia tutto come prima, alla coscienza del dolore che un abuso provoca» e auspica che «la Chiesa faccia spazio all'ascolto femminile capace di accogliere la paura che l'abuso imprime nel cuore e nel corpo della vittima e trasformarle in una nuova vita».

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VORREI RISORGERE DALLE MIE FERITE/1

vorrei risorgere smallPubblichiamo il testo raccolto da Ludovica Eugenio 08/02/2019

Intervista ad Anna Deodato

Tratto da: Adista Notizie n° 6 del 16/02/2019

 

Leggi le "Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili", 24.06.2019

 

RELIGIOSE, IL LUNGO CAMMINO DALL'ABUSO ALLA RINASCITA

Sta cadendo, forse, l'ultimo tabù. A distanza di 17 anni dalla pubblicazione dell'inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa del Boston Globe, che segnò l'esplosione della grande crisi tuttora in corso, sembra che lentamente si stia dissipando la nebbia intorno a un altro versante, ancora più nascosto e oscuro, della stessa piaga: l'abuso sessuale sulle religiose (v. Adista Notizie n. 4/19). Ne ha anche parlato papa Francesco durante il viaggio di ritorno dalla visita negli Emirati Arabi, il 5 febbraio, in riferimento a un articolo pubblicato nell'inserto mensile "Donna Chiesa, Mondo" dell'Osservatore Romano (2/2): «Il problema esiste nella Chiesa», ha detto, menzionando sacerdoti e vescovi che hanno abusato, «Io credo che si faccia ancora, ma ci stiamo lavorando». Caso dopo caso, le istituzioni ecclesiali da tempo hanno cominciato a farsi carico del problema, sepolto da un muro di omertà difficile da scalfire anche per via del rapporto gerarchico che spesso lega vittima e predatore: un rapporto segnato da abusi di potere prima che psicologici e sessuali, in cui la vittima è spesso cercata e individuata tra donne vulnerabili, fragili e inconsapevoli.

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COME SE VEDESSERO L'INVISIBILE: 56° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Poster GMPV 2019Ci uniamo alla preghiera della Chiesa per le vocazioni, condividendo con voi le parole  nella Direttrice del Centro Diocesano Vocazioni e dei luoghi di preghiera in alcuni luoghi della Diocesi: parrocchie e realtà di vita consacrata presenti sul territorio.

Guarda i luoghi della preghiera

Il pensiero di Claudia Ciotti, Direttrice del CDV di Milano

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Global Strike for future

Noi Ausiliarie siamo fra i giovani del nostro tempo, quelli che la Chiesa ha da poco messo al centro del proprio interesse attraverso il Sinodo dei Vescovi. Siamo anche al loro fianco nel frizzante (senza aggiunta di CO2!) appello espresso venerdì 15 marzo 2019 in più di 2000 piazze del mondo.

Una miscela di vivaci colori e comunicazioni - rigorosamente espresse su cartoni riciclati - hanno fatto seguito alla convincente protesta di Greta Thunberg. La sedicenne svedese che dall’estate scorsa ha dato inizio allo “sciopero della scuola per il clima”, ha raggiunto le generazioni social con la sua personalità coraggiosa e determinata.

Le denunce manifestate dalla ragazzina con le trecce alla Conferenza delle Parti di Katowice – città natale di Giovanni Paolo II - sono scomode: la crescita illimitata, privilegio dei pochi che accumulano ricchezze e vivono nel lusso, sacrifica la civiltà intera. Fu proprio in quella occasione che diede avvio al sogno di radunare la popolazione per la causa climatica asserendo ferma che “il vero potere appartiene alla gente”.

Un appello dunque che va ben oltre l’emergenza dell’“effetto serra” e che affonda le sue radici negli squilibri che contribuiscono ad allargare la distanza fra ricchi e miseri. Ella stessa ha annesso un forte richiamo alla responsabilità individuale che ha saputo intercettare la stima di molti coetanei.

Dall’interno della scuola ho colto non semplicemente adesioni alle idee di Greta, ma anche interrogativi dei più giovani su come poter mettere in atto un cambiamento dal basso.

Proprio le giovani generazioni ritengono tuttavia irrinunciabili, da parte di chi ne ha il potere, scelte ardite di cambiamento rispetto ai criteri economici, politici, comunicativi e strategici.

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