da Milano Sette: «Doniamo la vita a Dio», i voti davanti a Delpini
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In Sant’Ambrogio la professione religiosa di due giovani suore: le loro testimonianze. È la prima celebrazione del nuovo Arcivescovo poche ore dopo la presa di possesso canonica

«L’avevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24, 35)» è l’icona biblica, accompagnata dall’immagine de «I discepoli di Emmaus» di Marco Ivan Rupnik, scelta per la professione religiosa dei voti perpetui di quest’anno. La celebrazione sarà presieduta da monsignor Mario Delpini, nuovo arcivescovo di Milano, sabato 9 settembre alle 10.30, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
Professeranno per sempre i consigli evangelici davanti alla comunità cristiana diocesana Anna Casati (Suore Orsoline di San Carlo) e Giusi Valentini (Ausiliarie diocesane). Saranno chiamate a servire il Signore, ogni giorno, nella pastorale e nell’istruzione, coinvolte in particolare nel cammino verso il Sinodo dei giovani, che si svolgerà nell’ottobre del 2018. E il loro «sì» per sempre verrà pronunciato alla presenza di Delpini, che proprio poche ore prima in Duomo avrà preso possesso canonico della Diocesi (per mezzo del procuratore, monsignor Erminio De Scalzi) e da quel momento sarà a tutti gli effetti il nuovo Arcivescovo. Anche per questi motivi la consacrazione perpetua di queste due Sorelle renderà più gioiosa e visibile l’immagine della Chiesa.
Il servizio dell’intelligenza e della ricerca nella Chiesa di Dio
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1. Una tesi di dottorato
«Questa è una grande tesi»! Così il 23 giugno 2015 si espresse padre Jean-Pierre Sonnet in un’aula della Pontificia Università Gregoriana di Roma, allorché prese la parola per presentare la dissertazione dottorale della sua allieva Laura Invernizzi. Il giudizio sintetico di uno dei maggiori biblisti europei, non certo incline, anzi assai reticente nell’esprimere complimenti, non poteva lasciare dubbi al folto gruppo di parenti, amici e conoscenti di Laura accorsi a Roma per l’occasione, a proposito del valore della sua tesi in teologia biblica. Essa è stata pure onorata dal Premio Bellarmino 2016, come migliore tesi dell’anno e subito accettata nella prestigiosa collana “Analecta biblica”.
Scrivere una tesi di dottorato di questo calibro è un grande esercizio ascetico.
Chi andiamo a vedere
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Muovere i passi, muovere il cuore verso la visita del Papa alla nostra Chiesa di Milano alla vita di ciascuno di noi, cercando di fare di questo evento non un “evento di mondanità religiosa”, ma un evento che raccolga la nostra storia e la carichi di promessa, ovvero un evento che ponga davanti un futuro di rinnovata fecondità.
Può aiutare tutti noi, avvicinarci a questo giorno i lasciandoci interpellare da una domanda evangelica:«Cosa siete andati a vedere?» (Mt 11,7). La nostra città di Milano non è un deserto, tutt’altro: un grande popolo vi abita in essa, una moltitudine di gente, eppure camminando per le vie,a volte urtandoci,sperimentiamo il deserto degli sguardi (occhi fissati su smartphone e simili), tra i rumori della città difficile è riuscire a cogliere quel soffio di vita vera che è in ciascuna persona. Chi andiamo a vedere? Sarebbe bello essere mossi dal desiderio di “vedere” nel suo significato biblico: conoscere, lasciando che ciò che l’occhio vede, l’orecchio ascolta, entri e interpelli in profondità la vita. Il vedere diventi un incontrare,un lasciarsi coinvolgere e, qualche modo, un lasciarsi trasformare.
Maestra, lo sai che viene il Papa?
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Milano, ti aspetta!
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Milano ti aspetta!
Troverai un popolo numeroso che appartiene al Signore.
Popolo numeroso anzitutto perché Milano è la diocesi più grande del mondo, che attinge ad una tradizione di fede millenaria, per cui le parrocchie nei quartieri di città o nei paesi sono “lucerna accesa”, che richiama alla bellezza della vita in Cristo.
Il popolo è numeroso perché ogni giorno il Signore vi aggiunge nuovi credenti neonati, fanciulli, adolescenti o adulti, attraverso il dono del battesimo.
Inoltre è un popolo numeroso perché da tempo è popolo di popoli, un popolo “a colori” che trova la sua identità nella persona di Gesù e cerca di vivere l’Evangelo dell’umano, Buona Notizia per il nostro tempo.
A volte, questo popolo si sente “un piccolo resto”, spaventato dai cambiamenti epocali e dimentica che il suo compito è di essere “lievito nella pasta” della società in cui viviamo.
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