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LE AUSILIARIE A BARANZATE S.ARIALDO: il saluto e il grazie per i 41 anni di presenza

IMG 20221002 WA0020Domenica 2 ottobre, Baranzate-Sant’Arialdo, nel contesto della Festa dell’Oratorio, ha dedicato un saluto e un grazie al nostro Istituto che per 41 anni ha camminato con la comunità e con tutta la gente del posto.
Le sorelle che hanno potuto essere presenti, a nome di tutte quelle che si sono succedute nei tanti anni trascorsi, hanno ricevuto in dono l’icona dei discepoli di Emmaus, raffigurata nel tabernacolo della chiesa di Sant’Arialdo.
“Quei discepoli di Emmaus che oggi vi doniamo rappresentano il primissimo nucleo di una Chiesa che traendo forza dall’incontro con Gesù risorto va poi incontro a tutti…e vogliamo che rappresentino un legame simbolico e indissolubile tra il centro della nostra Parrocchia, il suo tabernacolo, e ognuna di voi e il vostro Istituto”
Così la gente si è rivolta a noi Ausiliarie, con parole a dir poco toccanti.

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VIVERE PER DONO - La missione di ciascuno

WhatsApp Image 2022 10 03 at 22.36.08È da poco iniziato il mese missionario: ogni anno siamo invitati a tornare sulla dimensione della missione, come ogni anno siamo invitati, dalla sapienza della chiesa, a tornare sulle dimensioni costitutive del nostro essere cristiani e sui misteri della fede nei quali siamo radicati per approfondirli e viverli appieno.

In questo mese siamo accompagnati dalla figura di Charles de Foucauld, canonizzato il 15 maggio di quest’anno. Una figura affascinante di giovane ateo, gaudente e inquieto, poi militare, esploratore, che arriva alla fede dopo una lunga ricerca fatta di una preghiera essenziale “Mio Dio, se esisti, fa’ che io ti conosca!” e dell’umile richiesta di essere aiutato ed accompagnato dall’abate Huvelin. L’incontro con Dio gli fa decidere subito di appartenergli totalmente e lo porterà a cercare l’imitazione della piccolezza di Gesù prima a Beni Abbes, in Algeria, dove vivrà una vita di preghiera e di accoglienza di qualunque fratello busserà alla sua porta, e poi tra i Tuareg nomadi nel Sahara, dove sarà ucciso il primo dicembre 1916.

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La dimensione pastorale dell'insegnamento della teologia in Università Cattolica

unicattMentre stavo terminando il dottorato a Roma, una delle prime università che mi ha contattato per offrirmi un insegnamento è stata l'Università Cattolica; nella sua offerta formativa, infatti, è integrato lo studio della Teologia in ogni corso di laurea, quale che sia l'ambito disciplinare di interesse.
Avevo già insegnato, ed era previsto che continuassi, in una facoltà ecclesiastica (la Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale), che viene frequentata da coloro che sono interessati all'approfondimento teologico e che, almeno in parte, conoscono già il linguaggio della disciplina e della fede. Insegnare Teologia a giovani, che stanno studiando altre discipline, che non hanno uno specifico interesse per la teologia, che spesso sono digiuni del linguaggio della fede o conoscono quello di altre religioni, mi è parso subito una bella sfida, che mi avrebbe costretto a non dare per scontato nulla, a rendere ragione della fede, a trovare le forme e i linguaggi migliori per incontrare i giovani.
Alla prima lezione in aula c'era una studentessa; «una» inteso non come articolo indeterminato (una tra tante), ma come numero cardinale (una sola e basta). Ora coloro che frequentano i miei corsi sono parecchie centinaia di giovani. Dedico a loro, che tanto hanno contribuito alla conformazione attuale dei miei corsi, queste riflessioni.
Gli insegnamenti di Teologia sono una peculiarità dell'Università Cattolica. La loro esistenza è nota a chi fa parte in varia veste della comunità universitaria (studente, docente, personale), ma è nota anche all'esterno. Era noto anche a me, che, come studente, non ho frequentato la Cattolica (anche se in famiglia era una tradizione).
Quello che non sapevo (nonostante sia stata a lungo cultore della materia di un'altra docente) e che ho scoperto con stupore, meraviglia e gioia, al colloquio con Mons. Giuliodori (assistente ecclesiastico dell'UCSC) previo al conferimento dell'incarico della docenza, è che l'insegnamento della teologia in Cattolica si svolge su mandato ecclesiale. Questo è il punto da cui vorrei partire.

1. L'insegnamento della teologia in Cattolica è partecipazione all'azione pastorale della Chiesa
Benché "pastorale" sia un termine complesso e ricco di tante sfumature e diverse interpretazioni (ricordo un vecchio parroco che diceva convinto, e voleva convincere anche me, che «la pastorale è l'insieme dei compromessi personali»), parlando di "pastorale" non si può prescindere dal riferimento all'immagine sintetica del buon pastore (Gv 10, 11-18), che conosce le proprie pecore e per esse dà la vita ed è diverso dal mercenario, che ha a cuore solo il suo salario.

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DOVE TU MI VUOI: la pastorale come vocazione

LUCIAIl mese di Settembre segna l'inizio dell'anno pastorale e spesso è tempo di trasferimenti per chi vive la pastorale come vocazione. La riconoscenza, il grazie, l'accoglienza, la disponibilità piena al servizio del Vangelo sono l'esperienza comune di chi lascia una comunità per andare in un'altra. 
Di seguito il saluto di Lucia Monti dedicato a Lonate Ceppino, nel tempo del trasferimento a Sesto San Giovanni.
 
“Come Tu mi vuoi, io sarò; dove Tu mi vuoi io andrò…”. 
Sono le parole del canto che, in questo periodo, sento più risuonare dentro di me e che portano una luce  sui tanti volti, ricordi, esperienze, incontri che stanno  “abitando”  il mio cuore in questo momento. Parole che sento mie da rivolgere al Signore che attraverso la richiesta del mio trasferimento mi sta chiamando a seguirlo e a servirlo “dove Lui sa” e soprattutto “dove Lui vuole”. Mi sono sempre sentita accompagnata e “mandata” da Lui nel posto giusto, al  momento giusto, con le persone giuste con le quali condividere un cammino sempre fatto di un dare e ricevere. Resta il pensiero e il dispiacere di  sapere che purtroppo non c’è una mia consorella che continui ad accompagnare questa comunità di Lonate,  ma sento che l’amore del Signore per ciascuno di voi è grande e con fedeltà continuerà a starvi vicino, a guidarvi e accompagnarvi anche se con disegni che mi sfuggono e che lascio quindi nelle sue mani.

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NAPOLI: UN PELLEGRINAGGIO IN PERIFERIA

napoliDal 25 al 30 agosto 2022 siamo state in visita-pellegrinaggio alla Chiesa di Napoli dove, da un anno, Elena sta facendo un'esperienza pastorale presso la parrocchia Madonna del Buon Rimedio di Scampia. Aiutate dal parroco don Alessandro Gargiulo, abbiamo meditato sulla periferia nel cammino spirituale e incontrato la comunità parrocchiale e le suore della Provvidenza, Michelina, Michaela e Edoarda. Al quartiere Sanità abbiamo visitato le catacombe di S. Gennaro e ascoltato la testimonianza della cooperativa La Paranza, che ci ha introdotto nel mistero di un buio che, inaspettatamente, vede la luce. Il Vescovo ausiliarie, mons. Michele Autuoro, ci ha descritto la realtà ecclesiale diocesana e don Raffaele Ponticelli, responsabile della formazione permanente del clero, insieme a Viera, ci ha guidate lungo le antiche vie cristiane di Procida. Condividiamo con voi i sentimenti di Elena, a margine della nostra visita e del suo servizio. 

Il Signore è il centro di tutto e abita ovunque. Lasciarci andare all'ascolto umile e quotidiano di Dio, protagonista della nostra personale periferia umana, piena di debolezza e di vuoto, significa coltivare la consapevolezza che possiamo solo così condividere con gli altri il nostro umano essere abitati da Dio, centro della nostra storia e dirlo in autenticità. Testimoni credibili perché vivi di un rapporto vivo. Nella dinamica dell'umiltà, portiamo Lui se ogni volta gli permettiamo di occupare il centro anche della nostra capacità di offerta. Essere cioè consapevolmente dei marginali aperti ad incontrare, come Maria, grembo offerto alle parole dell'angelo, parole che hanno saputo darle una straordinaria occasione di rinnovare se stessa.

Aver questo nel cuore attraversando le zone più difficili di Scampia senza abbandonarle alla rabbia e allo scoraggiamento; imparare dai giovani volontari la costanza di riportare alla bellezza il quartiere della Sanità; ascoltare nella disponibilità al confronto le parole di accoglienza del vescovo ausiliare di Napoli, ci hanno donato una sensazione profonda della presenza umile e centrale del Signore della storia. L'entusiasmo e la bellezza avvolgente di Procida hanno concluso il nostro percorso, che ci ha insegnato a cogliere come il Signore sa donare molto al poco che siamo, perché è bello toccare, vedere, ascoltare due Chiese locali nel racconto di sé.

Elena Comignani

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