Attesa e responsabilità per una Chiesa più credibile e coraggiosa
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Il Papa, lo scorso agosto nella Lettera al popolo di Dio, proprio sul tema degli abusi, affermava che «la dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere coscienza dell’accaduto questo da sé non basta». Francesco ha rivolto un appello accorato a ciascun battezzato per collaborare «alla trasformazione ecclesiale e sociale di cui abbiamo bisogno».
Come donne di Chiesa desideriamo collaborare in modo attivo e responsabile a questo cambiamento in atto, nutrendo una attesa e assumendoci la responsabilità che ci compete.
In secondo luogo non possiamo non assumere la responsabilità che come donne, consacrate, a servizio della Chiesa sentiamo di dover manifestare.
Il servizio di Anna diviene anche stimolo per ciascuna di noi, nella realtà in cui opera «a promuovere e ricercare una feconda ed efficace reciprocità tra uomo e donna che sia frutto di una relazione matura, della accettazione e integrazione della propria identità sessuale e di ruolo» (Vedi l'intervista ad Anna Deodato).
Leggi anche "Vorrei risorgere dalle mie ferite. Consacrate e abusi sessuali"
CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO
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