DONNE DI SPERANZA/6: La vedova povera che dona il nulla che è tutto
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“Nella sua miseria ha gettato tutto quanto aveva per vivere…”Mi colpisce sempre questa figura di donna: non ha nulla che possa richiamare l’attenzione: è vedova, è povera, ma soprattutto… è donna... Eppure c’è Qualcuno che riesce a vedere in lei quello che nessuno vede, Qualcuno che coglie una grande ricchezza là dove tutti vedono solo miseria e povertà, Qualcuno che con uno sguardo di compassione e tenerezza sa penetrare l’apparenza fino ad accarezzare il cuore… Un cuore povero di cose, ma straordinariamente ricco di amore, di generosità che spinge a non tenere nulla per sé, ma a “donare tutto”. Chissà se nella mente e nel cuore di questa donna sia risuonata la promessa di Gesù: “ Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”… E Chissà se nel momento della Sua passione, il “donare tutto” di questa povera vedova, sia stato per Gesù motivo di consolazione e di incoraggiamento.
DONNE DI SPERANZA/4: La guarigione della figlia pagana e...di Gesù
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Un Gesù insolito si presenta nei racconti di Marco (7,24-30) e Matteo (15,21-28): duro, insensibile, indifferente al dolore di una madre, la cui figlia è molto tormentata da un demonio. La donna, straniera, lo insegue urlando suppliche di guarigione, ma Gesù dichiara di doversi occupare innanzitutto del suo popolo. Verrebbe da chiedersi chi è veramente in balia di un demonio? Il nazionalista Gesù o la figlia malata? La donna è angosciata, ma, per il bene della figlia, non può permettersi di disperare e deve lottare. Si aggrappa, così, a delle briciole, scarti di una tavola di vita da cui lei e sua figlia sembrano escluse. La madre non può rassegnarsi all’idea che un Dio finora annunciato come Padre amorevole e provvidente, che nutre i passeri e veste i gigli, possa rimanere indifferente al grido di una sua creatura.
Gesù finalmente apre gli occhi sugli scarti, loda la fiducia di questa donna e si sente in sintonia con il volto di Dio in cui ella spera: un Padre che ha posto per tutti. Così, da quel momento, Gesù si prenderà cura anche delle folle pagane.
La speranza materna di questa donna sa riconoscere e custodire quelle briciole, quei piccoli segni di vita anche quando prevale l’esperienza della malattia o l’indifferenza sociale. La richiesta di vita di troppi bambini e bambine, donne e uomini esclusi dalla tavola dei figli è ciò che potrà salvarci, tirarci fuori dai sepolcri dell’indifferenza e delle chiusure nazionaliste.
Cristina Viganò
DONNE DI SPERANZA
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Il Vangelo sboccia all’alba di Pasqua, quando la luce della risurrezione dissolve le ombre della notte. È lì che tutto si ricompone, si illumina, si comprende. Da quell’evento, annunciato ma sempre disarmante, ogni parola e ogni gesto di Gesù trovano un senso nuovo. E lì, in quel mattino di stupore e di corsa, ci sono loro: le donne. Prime testimoni, prime credenti, prime annunciatrici. Figlie, sorelle, madri, amiche di tutte le donne che, sin dall’inizio, sono state centrali nello sguardo di Dio.Le pagine del Nuovo Testamento ne sono attraversate come da un filo d’oro: volti di donne luminose, ostinate nella speranza, forti nella fede. Donne come tante, come tutte, come sempre nella storia umana, capaci di intrecciare gesti ordinari e rivoluzionari, mosse da un amore che le rende tenaci. Donne che, sedotte dall’incontro con Gesù, diventano fari accesi nella notte del mondo, fiaccole di speranza per chi cerca ancora il senso della vita.
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2025
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Condividiamo qui il messaggio del Papa per la giornata mondiale della pace: Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace
Nella foto, giovani cristiani e musulmani di Cinisello Balsamo che hanno organizzato insieme la veglia per la pace del 15 dicembre 2024
Giubileo 2025 - DENTRO LA VITA
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La vita, che nasce piccola, chiede di comprenderne il grido, l’anelito di libertà e il desiderio di fiducia che anche oggi porta con sé. L’inizio dell’anno giubilare e il calendario civile del 2025 richiamano ed evocano dimensioni forti della vicenda umana: venticinque anni del nuovo millennio, ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz, dalle bombe atomiche e dalla fine della seconda guerra mondiale. Ricorrenze che a loro modo ci raccontano l’umanità, la sua carica interiore, spirituale e le sue drammatiche contraddizioni. Celebriamo la memoria della vita liberata proprio ora, dentro i ricorsi violenti della storia: ancora una volta, vediamo tradite le promesse di dignità, di pace e di libertà solennemente dichiarate nel ventesimo secolo. Giubileo e storia del mondo, mano nella mano sembrano però indicarci la strada: ripartire dalla vita, che nasce piccola, dentro la terra benedetta da Dio. Il mistero accade dentro la storia e lì ci attende, senza disertare la realtà e i suoi tradimenti. Dentro: la vita chiede di essere guardata, amata, ascoltata e comunicata dalla sua profondità. È tempo di sguardi, di gesti, di parole e silenzi a misura di profondità. Torneremo a sentire le gioie e i dolori di tutti e sarà bello incontrarci umani al suono della festa giubilare, mentre la terra canterà la Parola nuova: “Un uomo aveva due figli…che diventarono fratelli”. Paola Vitali
29 dicembre 2024: l'Arcivescovo Mario Delpini apre l'Anno Santo in Diocesi - leggi l'Omelia
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