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PREGHIERE IN PROSA: Mosè - La preghiera nella fatica del ministero

2Il primo passo per avvinarci al racconto è quello di collocarlo nel suo contesto. In questa parte del libro dei Numeri, ascoltiamo del cammino dal deserto del Sinai alla pianura di Moab. Un viaggio difficile, un percorso fatto di numerose prove che Mosè e tutto il popolo devono affrontare.  Proprio nel capitolo 11 è come se possiamo leggere di una serie di prove, episodi collegati all’ostilità e alla ribellione contro Dio e contro Mosè. Sono episodi che descrivono la generazione che uscì dall’Egitto come persone “rigide” che di fatto, pur godendo della liberazione, si dimostrarono diffidenti ai comandi di Dio. 
La preghiera di Mosè, espressa in questa parte del libro dei Numeri, sembra reinterpretare quei fatti che altrove abbiamo ascoltato come una testimonianza di benevolenza e benedizione. Basti pensare al dono della manna o a quello delle quaglie, che anche nella preghiera dei Salmi noi citiamo come esempio di cura da parte del Signore. Ad esempio col Salmo 105 diciamo: Distese una nube per proteggerli e un fuoco per illuminarli di notte. Alla loro richiesta fece venire le quaglie e li saziò con il pane del cielo. Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque: scorrevano come fiumi nel deserto.
La manna è proprio il tipo di alimento che ha permesso al popolo di affrontare la fatica del cammino nel deserto (simpatico è leggere anche l’elenco di ricette con la manna che proprio in questo capitolo di Nm 11 viene citato). Ora però troviamo un Mosè differente, molto più simile a chi esercita una responsabilità ecclesiale nei giorni nostri. La via tracciata da Dio nel deserto non va bene, è una strategia inadeguata. La richiesta di cibo appare come una rivendicazione e anche la risposta di Dio diventa una forma amara e ironica di lezione. E il linguaggio è quello del lamento polemico, non propositivo di vere altre soluzioni, ma quello delle lunghe discussioni che non esprimono nemmeno una diversa strategia d’azione. In effetti, come sono i nostri ragionamenti pastorali? Anche noi sembriamo dire che la strategia di Dio non va bene…

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AVVENTO 2022: "Sull'arpa a dieci corde"

WhatsApp Image 2022 10 31 at 21.20.24Sul canto fermo dell’attesa, l’Avvento è un tempo accordato su diverse tonalità. È un tempo dal tono penitenziale, nel quale donne e uomini, feriti dalla vita, invocano pietà e Dio risponde con il suo perdono, ancor prima dell’umana preghiera del Kyrie.
È  tempo intonato alla  gioia, che già risuona delle note natalizie dei cori angelici, iniziale preludio al canto dell’Angelo della Risurrezione, in un crescendo solenne di festa, dal Gloria all’Alleluia!
È  tempo che rinnova l’Amen per chi crede: la certezza di potersi appoggiare alla roccia del Dio Altissimo che si abbassa fino alle fondamenta della terra nel Figlio suo Gesù.
Kyrie, Alleluia, Amen: sulle tre parole che l’Arcivescovo Mario Delpini ha consegnato alla Diocesi milanese per l’anno pastorale 2022-2023, abbiamo raccolto alcuni salmi che fanno vibrare corde diverse del cuore e così possono dare il "la" alla preghiera in questo tempo forte.
Dio che è venuto nel Bambino di Betlemme, viene anche oggi nella fragilità, nelle periferie, nella notte di chi cerca la luce: sia, questo Avvento, liturgia della vita che ci porta nel mistero dell’incarnazione e ci restituisce alla quotidianità come donne e uomini rinnovati dall’incontro con l’amore di Dio! 

13 novembre: Kyrie - Salmo 32 
20 novembre: Alleluia - Salmo 116 
27 novembre: Amen - Salmo 23 
4 dicembre: Kyrie -  Salmo 77 
11 dicembre: Alleluia - Salmo 144 
18 dicembre: Amen -  Salmo 15 

Nel box in alto a sinistra intitolato "Sull'arpa a dieci corde", a partire da domenica 13 novembre, i giorni di Avvento saranno accompagnati da brevi passaggi del Salmo della settimana. 

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SULL'ARPA A DIECI CORDE/2: salmo 116

IMG 20220908 WA0043Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode,

perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. Alleluia.

Un breve salmo che appartiene alla categoria dell’Hallel, quei salmi che gli Ebrei recitavano in occasione delle grandi feste e specialmente nel banchetto pasquale.
Mi piace pensare che anche Gesù ha pregato con queste parole nella sua ultima Pasqua. Quella sera saliva dalle labbra di Gesù la lode a Yahweh, a Colui che aveva guidato il popolo nel deserto e lo aveva reso libero! Ma per lui era il Padre e lui era il segno dell’amore e della fedeltà del Signore.
La nostra liturgia ambrosiana delle Ore - con la riforma del 1981 - ha collocato questo salmo nella preghiera delle lodi a chiusura dei salmi laudativi. Ogni giorno, ogni mattina queste parole penetrano nel mio cuore: mi tuffano nel passato e mi aprono a una dimensione mondiale.
Genti tutte…popoli tutti… perché lodare, perché cantare così nel mio oggi? Perché riconosco che l’amore del Signore si riversa ogni giorno su di me e su di noi, su tutta l’umanità con abbondanza. Si è fatto visibile come non mai con l’incarnazione di Gesù, morto e risorto, vivo per sempre: forte è il suo amore per noi.
Nella Pasqua l’alleanza è nuova ed eterna, la fedeltà del Signore dura per sempre.
Quello che celebro è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dei miei genitori…il Dio fedele che mi vuole incontrare.
Anche se il mondo, la chiesa, io sono infedele…lui no! Dio c’è, e c’è per noi! Questo mi rassicura e mi permette di attraversare le vicende di ogni giorno con serenità e fiducia.
Alleluia!!!
Prega con il salmo 116
 
Albina Daccò, S.Giuliano Milanese

 

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SULL'ARPA A DIECI CORDE/5: Salmo 144

IMG 20221015 WA0014O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Un canto di gloria e di riconoscenza da personale si fa comunitario in un crescendo corale di lode che nasce dal cuore e sale dalla terra verso Dio. Colui che prega è nella gioia per la bontà, la fedeltà, la tenerezza, la pazienza, la provvidenza del Signore per tutti i suoi figli. Dove rintracciare anche oggi, nella vita quotidiana, i tratti concreti per cui benedire e lodare? Da dove sgorga la gioia di questa preghiera, per la tenerezza di Dio che si espande, per la sua mano che si apre, per ogni desiderio saziato? Nel silenzio davanti a Lui ecco che si sgranano momenti e incontri.

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SULL'ARPA A DIECI CORDE/4: Salmo 77

La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.
WhatsApp Image 2022 11 05 at 12.30.00Un grido va intenso e diretto verso Dio. Un inno va abbondante di ricordo grato verso Dio.
È una questione di memoria e la memoria fa vivere.
Il salmista condivide con noi le esperienze del suo rapporto con Dio, in un atteggiamento, ora, di angosciosa supplica che sembra non avere pace, ora, in un’inaspettata manifestazione di riconoscenza.
E, non è solo faccenda di “testa”. La preghiera biblica e poetica di Asaf, ci invita decisamente ad entrarci con il corpo.
Decido di entrare nella preghiera di questo salmo diventandone protagonista e non posso che esprimermi con tutto di me. 
E come succede nella vita, quando le cose si complicano, quando dei drammi ci investono, quando ci si perde nelle preoccupazioni, quando si pensa di non valere, di non essere all’altezza, quando tutto ruota attorno a me e cerchiamo lì di districarci, quando…
Ecco, ci sentiamo come mancare, prevalgono i dubbi e l’agitazione non ci lascia parlare. I pensieri corrono ai ricordi e cerchiamo di riflettere, di farci delle domande importanti che scuotono le radici della nostra fede, del nostro credere. Che disperazione, che debolezza. Sembra non esserci via d’uscita.

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