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AVVENTO/4: sperare con una quindicenne della Vela Rossa di Scampia

ScampiaI frutti rigogliosi della profezia che leggiamo in questa IV Domenica dell’Avvento ambrosiano (Is 4, 2-5) mi riportano alle parole turbate e tenaci di una ragazza della Vela Rossa di Scampia, scritte a mano, in stampatello e pubblicate su “Il Mattino di Napoli”, giovedì 3 ottobre 2024.
Tra i quadretti del foglio, forse strappato da un quaderno, i pensieri si diramano e si fanno spazio, forti di una consapevolezza profonda: quella di chi si accorge che la storia, la terra e i suoi abitanti, nonostante tutto, hanno in sé la potente promessa dell’Amore. 
“… Sono una ragazza delle Vele, per essere precisi della Vela Rossa…Sono della 167 di Scampia un quartiere che viene visto come degradato, sporco e con una cattiva reputazione. Ma di Scampia parlano di come appare, mai di come è e mai dei suoi abitanti che hanno un cuore d’oro.  Qui c’è molta attenzione nei confronti dei bambini che godono di attenzione e protezione e la famiglia è fondamentale. Quando qualcuno ha bisogno ci si mette a disposizione per tutto e per tutti.
La vita ha scelto per me un destino poco piacevole: tra qualche mese verrò sgomberata e per me resteranno solo i ricordi belli e brutti della nostra casa…

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AVVENTO/3: sperare con Gandhi

gandhi“Ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci”
Verrebbe spontanea questa domanda: “Ma come è possibile essere pronti all’azione di Dio senza conoscerlo?” Isaia, con la Sua Parola, dà una risposta che apre il cuore alla speranza: Dio, nella Sua fantasia e libertà non ha timore di visitare e operare nella storia anche attraverso la vita e l’azione di chi non lo conosce, come Ciro, re di Persia un re pagano, che diventa Suo strumento per liberare il popolo di Israele in esilio e permettendogli di ritornare in patria.
Vengono alla mente le parole di Gesù che, a chi gli dice di non averlo conosciuto risponde: “Ogni volta che avete fatto qualcosa a uno dei miei fratelli più piccoli “l’avete fatto a me”.
Basta avere un cuore capace di gesti, prossimità e solidarietà per essere strumenti del passaggio e della vicinanza di Dio.
Così come Gandhi, leader del movimento dell’indipendenza dell’India, fondatore della “non violenza”, una strategia di lotta che, escludendo l’uso della violenza, ha incarnato il valore evangelico della “mitezza” e della vera umiltà.
La Parola di Dio e la testimonianza di Gandhi ci invitano allora, soprattutto in questo tempo di avvento, a tenere gli occhi e il cuore aperto per riconoscere le visite del Signore proprio nelle situazioni e nelle persone che mai immagineremmo. Sì, perché lo Spirito chiede di non essere imprigionato, ma di lasciarlo libero di muoversi attraverso vie che solo occhi e cuore aperti sono in grado di riconoscere.

Lucia Monti

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AVVENTO/2: sperare con il medico Graziella Fumagalli

graziella fumagalliGli ultimi versetti del cap. 19 di Isaia sono un’escalation di speranza e pace.
- Una strada farà viaggiare tutti ovunque: “L’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria” (v. 23)
- Israele troverà il suo posto tra tutti i popoli: “sarà il terzo … una benedizione in mezzo alla terra” (v. 24)
- Tutti saranno benedetti: “Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità” (v. 25)
Sogni di facile ottimismo? Desiderio o illusione?  Giubileo 2025 che non cambierà la vita?
Si infligge una sferzata allo scetticismo se si accetta di essere speranza per tutti? Accade se si offre la vita? Ne era certa Graziella Fumagalli, nella terra africana degli anni ’90. 
Nata nel 1944 in una cascina di Casatenovo (Lc) cresce sapendo che la fede in Gesù non si sottrae al povero e ad ogni forma di ingiustizia. Dopo gli studi commerciali, lavora in fabbrica - come si usava allora in Brianza - per sostenere la numerosa famiglia. Presto in lei si fa luce un progetto.  Studia di sera e consegue la maturità scientifica; si paga gli studi universitari come lavapiatti; dopo la laurea in medicina si specializza a Parigi in chirurgia infantile e medicina tropicale, sempre mantenendosi con umili lavori.

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AVVENTO/1: sperare con gli hibakusha

hibakushaNel cuore della sezione che Isaia dedica agli oracoli sui popoli stranieri (Is 13-27) è annunciato il giudizio di condanna di diverse nazioni. Babilonia, città splendore dei regni, cadrà in rovina. Il profeta riceve questa visione in un contesto di grande tumulto politico e sociale ed è palese il senso: la superbia di Babilonia è illusoria poiché la vera potenza appartiene a Dio, sovrano di tutte le nazioni. L’orgoglio babilonese è destinato alla distruzione totale che ne segnerà l’oblio e la desolazione per sempre. Il giorno del Signore è descritto come un momento di ira, di sdegno e furore, durante il quale la terra sarà ridotta in un deserto e i peccatori sterminati. Oscurità e caos simboleggiano non solo la caduta fisica della città, ma soprattutto la fine del suo dominio e della sua prepotenza. Dio stesso abbatterà l’arroganza dei tiranni. 
Di fronte a un messaggio così duro chi può sperare?

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SPERANZA ANCHE NEI TEMPI DIFFICILI. Leggere il profeta Isaia come bambini

avvento isaiaCarlo Maria Martini, cardinale della Chiesa e vescovo di Milano per 22 anni. Tanto esperto della Bibbia, da saperla persino raccontare ai bambini. In una iniziativa per l’Avvento propose una breve descrizione del profeta Isaia mediante la Federazione degli Oratori Milanesi. Argomenti duri che ci spingono a pensare oggi alla speranza di molti bambini nel mondo.
Nulla è più efficace che ascoltare le sue parole: «Isaia è il più grande dei profeti che hanno scritto libri: il suo libro è il più lungo di tutti, comprende 66 capitoli, ha predicato la Parola di Dio per 40 anni, sette secoli prima di Gesù. Gli anni della sua vita erano anni in cui gravavano grandi minacce e pericoli sul popolo di Israele e Isaia in questa situazione ha portato conforto, ha proclamato “il Vangelo prima del Vangelo”, nel senso che nelle sue profezie si parla spesso della futura salvezza del popolo e del Messia che salverà Israele. 
Isaia ci insegna ad avere Speranza anche nei momenti difficili, perché Dio è più grande, più alto, più forte e lungimirante di tutte le potenze del mondo.
Che cosa possiamo dunque imparare da lui?

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