AVVENTO/1: sperare con gli hibakusha
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Nel cuore della sezione che Isaia dedica agli oracoli sui popoli stranieri (Is 13-27) è annunciato il giudizio di condanna di diverse nazioni. Babilonia, città splendore dei regni, cadrà in rovina. Il profeta riceve questa visione in un contesto di grande tumulto politico e sociale ed è palese il senso: la superbia di Babilonia è illusoria poiché la vera potenza appartiene a Dio, sovrano di tutte le nazioni. L’orgoglio babilonese è destinato alla distruzione totale che ne segnerà l’oblio e la desolazione per sempre. Il giorno del Signore è descritto come un momento di ira, di sdegno e furore, durante il quale la terra sarà ridotta in un deserto e i peccatori sterminati. Oscurità e caos simboleggiano non solo la caduta fisica della città, ma soprattutto la fine del suo dominio e della sua prepotenza. Dio stesso abbatterà l’arroganza dei tiranni.
Di fronte a un messaggio così duro chi può sperare?
Non le potenze, ma gli umiliati che attendono giustizia e anelano alla consolazione del Signore. Impossibile non pensare, oggi, agli attacchi atomici del 1945 che hanno provocato in tre giorni circa 200.000 morti. Altre vittime sono gli hibakusha, (letteralmente: persone colpite dal bombardamento): dopo lunghe trattative con il governo giapponese, furono riconosciuti fra coloro che erano stati colpiti dall’esplosione, coloro che intervennero con i soccorsi, coloro che furono colpiti dal fallout radioattivo e coloro che nacquero da donne esposte alle radiazioni delle esplosioni. Circa 650.000 persone. Oggi sono rimaste donne e uomini dall’età media di 85 anni, ultimi fra i sopravvissuti.
Rappresentati dall’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, Nobel per la Pace 2024, il movimento degli hibakusha ha lavorato instancabilmente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze umanitarie delle armi nucleari. Con migliaia di laceranti testimonianze riguardo alle devastanti conseguenze umanitarie dell’uso di tali sistemi, hanno portato il peso della forte opposizione alle armi nucleari. Gli hibakusha hanno contribuito a sviluppare il “tabù nucleare“, una “potente norma internazionale che stigmatizza l’uso di armi nucleari come moralmente inaccettabile”, mirando al disarmo totale.
Paradossalmente però, oggi, le potenze nucleari stanno modernizzando i loro arsenali e le preoccupazioni per una minaccia globale sono cresciute esponenzialmente.
Dio custode della storia, presente e attivo nelle vicende umane, dona al mondo intero la speranza, la ragione, suo Figlio, affinché il sogno dell’ultimo hibakusha si compia.
Silvia Meroni
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