Stampa

Dopo 25 anni... PAOLA

photoNella sua fedeltà, la mia fedeltà: abbiamo un tesoro in vasi di creta

 

Ho nel cuore una scena e un dialogo a cui ho assistito quando ero giovane. Stavo passando dalla piazza del Duomo e probabilmente si era appena conclusa una celebrazione in cui erano presenti tantissime suore (forse era un giubileo delle religiose). Ero dietro al Duomo e due ragazzi vedendo tutte queste consacrate (parecchie anziane) dicono: "Certo è che il Signore è proprio fedele! Se una suora abbandona la sua vocazione non è colpa del Signore, è solo colpa sua!".
Ora che sono qui a festeggiare il mio 25° anniversario di consacrazione dico proprio così: la mia fedeltà è risposta alla Sua fedeltà.

Tuttavia è un'altra la frase che mi ha "guidato" in questi anni: "Abbiamo un tesoro in vasi di creta".

San Paolo si rivolge così alla Comunità di Corinto guardando alla sua vita. E' vero, è proprio così! Guardare ai 25 anni di consacrazione è stato per me guardare a quel materiale fragile che sono io con le mie debolezze, le mie fragilità e i miei difetti, e guardare a quel tesoro che 27 anni fa ho deciso di comperare "mettendo" la mia vita a servizio di quella passione che mi "animava" sin dalla mia adolescenza: l'edificazione della Chiesa locale.

Leggi tutto...

Stampa

ANNA E SILVANA: la prospettiva della Pasqua

icona resurrezione con Anna LChi entra nella nostra Casa a Seveso viene richiamato al mistero della Pasqua non solo dalla lettera del card. Montini, che contiene l'intuizione del nostro carisma, ma anche dall'icona della Risurrezione che nel 2003 ci è stata donata della Comunità di Masnago (Varese) in occasione della prima Professione di Roberta e per ringraziare della nostra presenza.  

 

Contemplando questa icona troviamo la Parola che illumina la vita di Anna Lentini e Silvana Robecchi, che ci hanno precedute nella Pasqua rispettivamente 25 e 5 anni fa. In loro vediamo anche la nostra chiamata. 

Sulla sinistra scorgiamo Anna, la prima di noi che ha seguito il Maestro nella Pasqua. Si trova nel grembo della terra, raggiunto dalla kenosi di Gesù. E' rivolta verso il sepolcro. 

Lui non c'è ma ci sono i teli posati e il sudario avvolto in un luogo a parte (Gv 20,7) e il profumo delle 30 libbre di aromi (Gv 19,40). Il Signore Risorto ha preparato la stanza nuziale!

Anna è pronta per le nozze con la luce accesa (Mt 25), invocazione e professione di fede: MARANA-THA!

La nostra preghiera a chi incontra il Signore così non può che essere questa: "Prega per noi, tu che sei già entrata nel dinamismo pasquale!".

 

 Ricorderemo le nostre due sorelle nel giorno della loro Pasqua: Anna il 15 aprile e Silvana il 29 aprile. 

 

Stampa

AUSILIARIE DIOCESANE: 40 anni di «GRAZIE»

LOGO 40 Ausiliarie DiocesaneÈ con gioia e gratitudine che Noi Ausiliarie Diocesane iniziamo oggi le celebrazioni del quarantesimo anniversario dalla nascita del nostro Istituto. Il 6 agosto 1979 veniva infatti approvato lo Statuto ed era riconosciuta giuridicamente l’esperienza che da qualche anno alcune giovani donne stavano vivendo. La novità che in quel germoglio iniziava a prendere forma è stata ben espressa dal card. Scola: l'intuizione di inserire direttamente la figura femminile nel servizio, o meglio nell'essere presi a servizio, per l'edificazione della vita della comunità cristiana non passando più attraverso la mediazione di carismi specifici come i carismi religiosi o monastici, ma innestandosi direttamente nel compito dell'edificazione della Chiesa particolare, locale. […] Quindi qual è lo specifico? L'intervento diretto in un compito di cura circa l'edificazione per la crescita di una determinata comunità cristiana […] (card. A. Scola, Assemblea delle Ausiliarie, 25. 08. 2014).

Si tratta della novità intuita nella Pasqua del 1961- era il 2 aprile - da un grande Pastore della Chiesa milanese, l’Arcivescovo Montini, e cresciuta grazie alla disponibilità e la cura di molte persone - Arcivescovi, preti e giovani donne - che si sono messi in docile ascolto dello Spirito.

Nel fare memoria dei quarant’anni, che hanno visto la crescita dell’Istituto, non possiamo che avvertire gratitudine per la singolarità del dono che il Signore ha fatto alla sua Chiesa, stupore per come lo ha custodito e accompagnato, senso di responsabilità perché affidato anche alla nostra fragilità. Desideriamo perciò che questo anniversario, simbolicamente racchiuso tra la memoria della Pasqua del 1961 e la Pasqua del 2020, sia per noi Ausiliarie anzitutto occasione per rendere grazie e per rinnovare la nostra appartenenza al Signore, che ci invia insieme ad annunciarlo Risorto in questa nostra Diocesi, in comunione con i suoi pastori e nella piena disponibilità al suo Arcivescovo. Ci piacerebbe che fosse anche occasione per una maggiore conoscenza della nostra vocazione e spunto per una riflessione condivisa che ci aiuti a crescere insieme come Chiesa diocesana. Per queste ragioni abbiamo voluto dare vita ad alcune iniziative a cui ci è gradito invitare ciascuno di voi e che trovate nel programma.

A quanti condividono o hanno condiviso con noi tratti di strada e a tutti i fratelli e sorelle di questa Chiesa diocesana chiediamo di pregare per noi.

Al Signore Risorto chiediamo la grazia di saper corrispondere al dono ricevuto e di viverlo in pienezza secondo le declinazioni che il presente invoca, perché, come dice il nostro Statuto, anche col nostro contributoquesta storia sia per tutti luogo di salvezza e di santità.

Poggioni Susanna
Sorella maggiore delle Ausiliarie Diocesane
Stampa

FINO AI CONFINI/2: assistente spirituale in carcere

san vittoreANDATE! 
Mi incammino avendo come meta gli uomini e le donne che si trovano nella Casa Circondariale Francesco Di Cataldo (S. Vittore) con un piccolo zaino dove riporre l’essenziale del mio andare: un quaderno, qualche caramella, pacchetti di fazzoletti e la Bibbia.
Il quaderno dove prendere appunti dei nomi di chi incontro per i loro bisogni (una telefonata, una preghiera, il testo di una canzone…). Là dove la persona rischia di divenire un numero di matricola, dove è conosciuta solo per il cognome, sentirsi chiamati per nome è sentirsi riconosciuti e accolti! Su questo quaderno non scrivo le storie delle persone che incontro: troppo preziose perché siano affidate a una pagina, lascio che queste storie si fermino per un po’ in me. E per poi riaffidarle al Signore: Abbi cura di lui, di lei (Lc 10,35); sì perché so che io posso fasciare, versare un po’ di olio su vite ferite, poi portare a Lui che conosce nel profondo. 

Leggi tutto...

Stampa

FINO AI CONFINI/1: infermiera di quartiere

MarinellaMi trovo ad operare in una parrocchia della periferia milanese come Infermiera di quartiere.
E’ una geniale opportunità che coniuga il desiderio di stare, di vivere in mezzo alla gente come Ausiliaria Diocesana con la professione di cura specifica dell’infermiera.
Per usare la metafora del pellegrinaggio, direi che il mio è un pellegrinaggio lento, fatto di continue tappe per ascoltare i bisogni delle persone, sia di quelle anziane e sole, sia delle ansie delle mamme di tutto il mondo preoccupate per la salute dei loro bimbi, sia di chi convive con malattie invalidanti.
Come il pellegrino, qui si ha la netta sensazione della fatica del cammino, della lentezza dei passi che portano a brevi relazioni, a conoscenze occasionali, magari tramite il bisogno di una iniezione intramuscolare, che però si irradiano poi nel  saluto quando ci si incontra, con semplice  cordialità e rispetto.

Leggi tutto...

Sottocategorie

I cookies ci aiutano ad offrirti un servizio migliore. Continuando a navigare accetti l'utilizzo dei cookies.