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Il venticinquesimo è una tappa intermedia

"Per Tutto ciò che è stato, grazie!
Per tutto ciò che sarà, sì." (Dag Hammarskjold)

È l'invito e l'impegno sintetizzato in poche parole da Dag Hammarskjold che, nell'ormai lontano 1992, ci siamo prese quando, nel giorno della nostra prima professione, abbiamo espresso il nostro sì davanti a Dio, nella disponibilità al servizio nella Chiesa di Milano.
L'entusiasmo e il desiderio di dono erano grandi sogni, accompagnati dalla giusta illusione di vedere presto la promessa realizzata (e senza troppa fatica!) nella certezza che il Signore avrebbe fatto la maggior parte.
Ora, a 25 anni di distanza, in occasione di questo particolare anniversario, ci sembra importante rinnovare in ciascuna di noi la profondità di queste parole, rivedendo davanti al Signore quanto abbiamo pronunciato quel 29 agosto.

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IL DONO E LA RESPONSABILITÀ DEL TEMPO - 45° e 40° anniversario di consacrazione

AngelinaLauraRosa ConcenedoÈ la prima volta che un’Ausiliaria, Angelina, compie 45 anni di consacrazione.
Un anniversario così, unito ai 40 anni di altre due sorelle, Rosa e Laura, è un avvenimento che merita un’attenzione speciale. Esso infatti ci dice che l’esperienza delle Ausiliarie comincia ad avere una storia significativa, che conta un bel numero di anni, non più un piccolo germoglio, ma sta diventando un albero con una certa consistenza.
Ci dice che ci sono sorelle che da tempo sperimentano il dono totale per il servizio pastorale della Chiesa diocesana nella piena disponibilità all’arcivescovo e questo tempo trascorso e questa esperienza ormai lunga possono essere deposito di sapienza per tutte noi. E insieme chiede di assumersi la responsabilità di ripensare questa esperienza, di lasciarla illuminare dalla Parola, di cogliere il filo rosso che l’ha attraversata e l’orizzonte che dischiude, perché la sapienza non è frutto automatico del trascorrere dei giorni.
È proprio per darsi un momento di rilettura e di ringraziamento, ripercorrendo questa esperienza nella preghiera e nella condivisione che il 9 maggio abbiamo vissuto una giornata di ritiro a Concenedo, presso la casa di spiritualità Paolo VI.
A offrire degli spunti per avviare la riflessione è stato don Franco Brovelli, responsabile della casa, che ha preso le mosse da alcuni brani paolini della liturgia della Parola della settimana dopo Pasqua: una scelta particolarmente intrigante per delle Ausiliarie, che nell’incontro col Risorto a Pasqua colgono il punto sorgivo della propria vocazione. L’invito è stato a guardare la propria esperienza e cogliere come la Pasqua l’ha segnata, fatta crescere, modellata; quanto ciascuna ha camminato dietro al Crocifisso Risorto per testimoniarlo nella gioia.

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Nate dalla Pasqua 4: Seveso, comunità residente

SevesoResidente fotoSiamo Anna, Annarosa, Cristina, Maria e Paola ed insieme formiamo la comunità residente in Seveso. Ci riteniamo una comunità eccezionale, ma non perché siamo migliori delle altre… No, questo no! Siamo eccezionali perché abbiamo almeno due caratteristiche che ci distinguono dalle altre comunità di Ausiliarie diocesane: il numero di sorelle e la nostra abitazione.
Le nostre comunità sono generalmente formate da due, tre, quattro Ausiliarie, mentre noi siamo in cinque! Siamo la comunità più numerosa [in verità ex-aequo con un’altra, ndR]!Questo nostro“record”, che vogliamo sottolineare, ha una ricaduta positiva sulla nostra missione apostolica: per noi una composizione così ampia e variegata, sia dal punto di vista “umano” che di servizi svolti è già una risorsa che arricchisce e sostiene la nostra comunità e ha un’influenza benefica sui nostri singoli servizi: c’è chi opera nelle parrocchie, chi ha “servizi diversi”, chi ha a che fare con bambini e ragazzi e chi con gli adulti, chi è più riflessiva e chi è più pragmatica, chi ha molta fantasia e chi è sempre sul pezzo, ognuna ha i propri difetti, ma insieme siamo una forza!

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Nate dalla Pasqua 3: Comunità di Terrazzano e Passirana di Rho

Terrazzano fotoSiamo solo in due e la nostra esperienza comunitaria è iniziata da pochi mesi. Sappiamo quindi di aver bisogno di altro tempo per imparare a conoscerci reciprocamente e a comprenderci nei nostri modi di essere, di parlare, di operare, di incontrare gli altri…
Nel frattempo, abbiamo tracciato qualche linea per mettere in ordine l’essenziale, a partire dalla preghiera con la liturgia delle ore,con cui iniziamo insieme le nostre giornate. Tutto ciò riguarda, ad esempio, un momento settimanale stabilito, nel quale facciamo un breve capitolo tra di noi per l’organizzazione della vita ordinaria, dare uno sguardo alla settimana successiva e comunicarci a vicenda programmi e tempi personali e pastorali di ciascuna.
Si tratta anche dell’impegno di mantenere uno stretto collegamento con le sorelle della vicina comunità di Baranzate per alcuni tempi di preghiera, di scambio nella fede e di formazione, attente, fra l’altro, a creare o a non lasciarci sfuggire, le occasioni per condividere momenti gratuiti di convivialità e fraternità in un contesto più ampio, di maggior respiro per il nostro duetto!

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Nate dalla Pasqua 2: Comunità di Baranzate - "Va' dai miei fratelli"

Baranzate fotoAndiamo, Albina, Manuela e Marinella, ogni giorno per le vie del quartiere Gorizia di Baranzate incontro ai fratelli e sorelle di ogni nazionalità e professione religiosa, uomini e donne, giovani e anziani, malati, stranieri, soli e desiderosi di essere incontrati, conosciuti e amati.

Andiamo ogni giorno a conoscere la loro storia per entrare in relazione con loro, per testimoniare la gioia del Risorto dentro le loro ferite, i loro dubbi e le loro povertà.

Andiamo ogni giorno a portare speranza nei luoghi dove prestiamo servizio:

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