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Nate dalla Pasqua 4: Seveso, comunità residente

SevesoResidente fotoSiamo Anna, Annarosa, Cristina, Maria e Paola ed insieme formiamo la comunità residente in Seveso. Ci riteniamo una comunità eccezionale, ma non perché siamo migliori delle altre… No, questo no! Siamo eccezionali perché abbiamo almeno due caratteristiche che ci distinguono dalle altre comunità di Ausiliarie diocesane: il numero di sorelle e la nostra abitazione.
Le nostre comunità sono generalmente formate da due, tre, quattro Ausiliarie, mentre noi siamo in cinque! Siamo la comunità più numerosa [in verità ex-aequo con un’altra, ndR]!Questo nostro“record”, che vogliamo sottolineare, ha una ricaduta positiva sulla nostra missione apostolica: per noi una composizione così ampia e variegata, sia dal punto di vista “umano” che di servizi svolti è già una risorsa che arricchisce e sostiene la nostra comunità e ha un’influenza benefica sui nostri singoli servizi: c’è chi opera nelle parrocchie, chi ha “servizi diversi”, chi ha a che fare con bambini e ragazzi e chi con gli adulti, chi è più riflessiva e chi è più pragmatica, chi ha molta fantasia e chi è sempre sul pezzo, ognuna ha i propri difetti, ma insieme siamo una forza!

L’altra particolarità della nostra comunità: l’abitazione.
Non viviamo in una casa parrocchiale messaci a disposizione da una delle comunità pastorali che serviamo, come succede alla stragrande maggioranza delle nostre consorelle.Abitiamo in un’ala laterale dell’ex seminario, che la Diocesi ha riservato per le Ausiliarie Diocesane, come struttura di riferimento per l’intero Istituto, per la formazione e per gli incontri plenari.
Vivere in questo luogo così caro e, al tempo stesso, strategico è per noi una responsabilità e un impegno, non per motivi interni, ma proprio per quello che rappresenta questa casa all’esterno.
A Seveso, infatti, come Ausiliarie Diocesane,siamo presenti da trent’anni(dal 1987!) e la gente ci conosce e ci considera una presenza “religiosa”, indipendentemente dal servizio che, ora o nel passato,rendiamo attivamente sul territorio. Rappresentiamo, nella nostra piccolezza e semplicità, una testimonianza di vita donata al Signore e alla Chiesa e dai sevesini ci sentiamo conosciute e riconosciute per questo!La maggioranza di noi Ausiliarie ha vissuto il tempo del proprio noviziato in questa casa, animando la liturgia feriale e/o festiva del Santuario, ha celebrato i primi voti nella Chiesa parrocchiale o nel Santuario di San Pietro:siamo quindi parte della comunità cristiana, indipendentemente dalla presenza pastorale sul territorio, che comunque attualmente è garantita dal servizio di Maria e Paola, nella comunità pastorale di S. Pietro da Verona di Seveso.
Noi, le consideriamo sorelle “ponte”, fra la nostra comunità e il territorio, perché loro vivono qui la responsabilità pastorale, le collaborazioni, le relazioni, le amicizie e ci fanno partecipi di tutto quanto la gente vive a livello personale e comunitario e, allo stesso modo, fanno sentire la nostra vicinanza di comunità che si unisce alla loro presenza effettiva.

Gli impegni apostolici delle altre sorelle sono invece in luoghi diversi da Seveso, ma ciascuno contribuisce in maniera unicaad arricchire l’intera comunità.
L’esperienza del pendolarismo, innanzitutto,ricorda a ciascuna di noi il movimento tipico dell’apostolo: è inviato, mandato dunque non a titolo personale, ma da Gesù e nel suo nome. Opera il suo servizio con questa logica che lo guida: il terreno che sta lavorando non è sua proprietà.Alla sera, a volte soddisfatto, altre stanco e deluso,ritorna dal suo Signore. Ecco per noi, l’andare e il tornare, l’uscire e il rientrare, ogni giorno, tutti i giorni, diventa il nostro ritmo, indispensabile per alimentare e sostenere la nostra vocazione. Questo movimento più esplicito nelle pendolari, main realtà accomuna anche chi di noi non fa dei chilometri per raggiungere il luogo del proprio servizio, perché ciascunavive questo uscire e rientrare dalla comunità per compiere una missione a cui siamo state inviate e poi ritorna per ristorarsi e riposarsi.
Nello specifico, Annarosa ha un incarico pastorale nella comunità S. Giovanni Paolo II di Seregno. Con questa presenza la nostra comunità acquista un respiro decanale. Seregno e Seveso, infatti, fanno parte del grande e articolato decanato omonimo (Seregno-Seveso). Abbiamo così la possibilità di confrontare il modo di vivere e attuare iniziative comuni, scoprendo a volte delle differenze, altre volte delle somiglianze,inaspettate.

La nostra comunità, poi,è animata in modo del tutto speciale dall’attenzione verso la fragilità, grazie all’impegno di Cristina, che ha iniziato quest’anno un’esperienza alla Casa della Carità, e di Anna, che opera al Centro di Accompagnamento Vocazionale di Milano.
E’ bello la sera, a cena, momento nel quale ci ritroviamo tutte insieme, scambiarci le esperienze, le gioie, le fatiche della giornata, proprio perché avendo incarichi e osservatori differenti abbiamo tante cose da dirci e, poi, al Vespero, nella nostra preghiera comunitaria quotidiana,raccogliere lavita di tutti coloro che incontriamo.
La comunità residente di Seveso

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