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QUARESIMA: La situazione è occasione/3 - "Ecce homo!", un Dio destabilizzato e destabilizzante

orto uliviIl racconto di Gesù al Getzemani mi ha sempre fortemente impressionato, fin dagli inizi della mia “nascita” alla fede (l’esperienza ha rappresentato davvero per me una “ri-nascita”), che ha poi coinciso con l’inizio della mia ricerca vocazionale.
Cosa mi colpiva allora? Mi accorgo che ancora oggi, questa narrazione - che insieme mi affascinava e un po’ mi spaventava - “parla” alla mia vita, nel quotidiano dipanarsi della missione affidatami come “donna della Risurrezione”.
La scoperta di Gesù come l’unico “senso” per me plausibile e, in un certo modo “esauriente”, della vita - della mia vita personale e della vita dell’umanità intera - si è da subito accompagnata al mio incontro con Lui come l’ “Ecce Homo!”.
Non avrei mai accolto un Dio disincarnato, lontano, (solo) Trascendente: non mi interessava e non mi interessa. E credo non interessi neppure agli uomini e alle donne che incontro, alle donne e agli uomini di oggi.
Il racconto di Gesù al Getzemani (soprattutto nella versione di Marco) mette in luce in modo davvero “unico” la sua vera, palpabile umanità; ne segnala tutta l’umana fatica a “consegnarsi” ad un Dio che gli è Padre, e lo è a titolo altrettanto “unico”.
Fatica a “consegnarsi” là dove l’amore disinteressato e “fino alla fine” non ha davvero altre aspettative, altri “risultati” apparentemente sperabili, al di fuori di sé stesso, del dono incondizionato di sè.
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QUARESIMA: La situazione è occasione/2 - sporcarsi le mani

CATINOIl tempo di Quaresima è davvero un tempo speciale. Speciale perché la Parola di Dio, proposta dalla liturgia, è così abbondante da dissetare la sete della fede in un itinerario di quaranta giorni che conduce al cuore del mistero della Salvezza. È quindi un tempo di cambiamento interiore in cui ogni cristiano è chiamato a tornare a Dio con tutto il cuore per non accontentarsi di una vita mediocre, ma “con gli stessi sentimenti” e i pensieri di Cristo, così da assumere lo stile del servizio come realtà dell’amore che ha caratterizzato Gesù stesso. Il servizio, l’umiltà, la carità sono i segni più chiari e più belli di Gesù che si manifestano nella sua pienezza attraverso la sua vita di ogni giorno fino al compimento sulla Croce.
“Si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse intorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto”. (Gv 13, 4-5).
Il brano della lavanda dei piedi da sempre mi affascina ma, nello stesso tempo, mi sconvolge e mi provoca. Eh già, un asciugatoio e un catino usati da Gesù, diventano gli strumenti necessari per un insegnamento di carità e umiltà nei confronti degli uomini, in particolare dei più bisognosi. Sì, gli apostoli sono bisognosi dell’amore e dell’insegnamento di Gesù. E come lo è stato per gli apostoli lo è anche per noi: ciascuno di noi è bisognoso dell’amore, della luce, che si esprimono nella verità dell’essere a servizio gli uni degli altri.
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QUARESIMA: La situazione è occasione/1 - comunità e convivialità

MENSA2Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». (Lc 22, 14-16)
A tavola! Sono sul piatto le ‘cose della vita’ e la convivialità è maestra di condivisione.
La sala è grande perché lì il respiro ha bisogno di essere ampio e l’emozione dilata il cuore. Ci si siede a tavola, e parola e gesti diventano posture che evocano familiarità, fiducia, amicizia… e insieme, parola e gesti diventano trampolini che lanciano in un nuovo che si apre.
Gesù, il Maestro… “ho tanto desiderato mangiare con voi”. Quanto fa bene sentirsi dire così, ti ricrea dentro, non sono un qualunque per il Signore. Sei lì, proprio così come sei, con le tue inquietudini, le tue attese, le tue contraddizioni, le tue fragilità, le debolezze...
A tavola insieme, in un clima di forte intimità. Non quella che ti rinchiude dentro a riccio, No, no è quell’intimità che ha l’unico scopo di farsi dono, per tutti.
Dio sta facendo una cosa nuova, mette il suo corpo tra le mani. Questa è la sua logica, la sua passione.
Ogni domenica, ogni volta che la comunità cristiana si siede a Mensa e fa memoria di Pane Spezzato, quando accoglie e cerca occasioni di Parola raccontata, di preghiera, di confronti, di formazione, di solidarietà. E’ bello vedere nascere guizzi di creatività che, da uno sguardo attento, da un inaspettato incontro, da semplici confidenze, muovono il desiderio di arrivare a tutti, anche a ‘chi non c’è’. Con l’unica logica gratuita di condividere la mensa della vita, ritrovarsi fratelli e sorelle. E anche ritrovarmi, accogliermi figlia, figlio.

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QUARESIMA 2020: La situazione è occasione

croce Capiago piccolaLa lettera pastorale del Vescovo accompagna il cammino quaresimale della nostra Chiesa di Milano. A partire dalla domanda che egli fa a se stesso - quanto la meditazione della passione del Signore ispira il mio modo di interpretare la vita e il ministero? - anche noi vogliamo concentrarci sull'essenziale, chiedendo la grazia che i sentimenti e il pensiero di Cristo ispirino il nostro sentire e il nostro pensare (pag 75).
 
A partire dai Vangeli della Passione, vorremmo raccoglierci attorno ad alcune esperienze che toccano la vita:

Lc 22,14-16: la comunità e la convivialità
Gv 13,4-5: sporcarsi le mani nel servizio
Mc 14,32-37a: il dolore e l'incomprensione
Mc 14,55-56: le invidie e le critiche
Lc 23,26-27: gli incontri
Mc 15,47: la fine

Gli articoli saranno on line ogni venerdì di Quaresima.

Leggi anche il messaggio per la Quaresima del Papa: LASCIATEVI RICONCILIARE CON DIO

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LA SITUAZIONE E’OCCASIONE 5 / LA FATICA DEL TEMPO

Queste due parole, fatica e tempo, mi fanno ritornare alla memoria alcune immagini. Una è un dipinto famoso di Salvador Dalì, “La persistenza della memoria”. L'altra ci è familiare perché l'abbiamo vista tante volte: una strada lunga e deserta, magari in un bosco oppure l'acqua che scorre lenta nel letto di un fiume. Due immagini che si completano. Una (detta anche “degli orologi sciolti”)(vedi l'immagine)  rappresenta le ore delle nostre giornate che vorremmo allungare per fare tante cose e rincorrere persone e appuntamenti ma che dice anche come questo tempo si è diluito troppo perché troppo l'abbiamo usato e non vissuto fino a creare intorno a noi prati marroni e alberi spelacchiati. Se mi guardo attorno e ascolto chi mi è vicino, devo dire che questa è proprio una fatica che accomuna me a tante famiglie. Anche perché abbiamo un po' tutti dimenticato il primordiale significato del riposo settimanale che Dio chiede all'uomo di fare fin dal primo capitolo di Genesi.

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CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO

 

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