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LA SITUAZIONE È OCCASIONE / 3: Imparare a pregare: «Venga il tuo Regno»

«Insegnaci a pregare» (Lc 11,1) è la richiesta che un discepolo fa a nome di tutti. Egli, che è già alla sequela di Gesù, si fa portavoce di un desiderio e di un anelito racchiuso nel cuore di tutti i discepoli: entrare in una relazione vera e intima con Dio. Così anche per noi: chi da più tempo, chi meno, tutti siamo alla sequela di Gesù. Così come, per ciascuno di noi, questo tempo d’Avvento non è il primo che viviamo! Forse anche in noi, però, c’è un anelito di qualcosa di più, di una pienezza maggiore: desideriamo vivere questo tempo di attesa lasciandoci educare da Colui che attendiamo. Perché il Signore Gesù è l’Atteso e contemporaneamente è già con noi: è Presenza che ci accompagna.

«Insegnaci a pregare» diviene richiesta di imparare a stare alla presenza di Dio come figlie e figli fiduciosi che esclamano: «Abbà», di lasciare che questa Presenza segni il nostro cuore e trasfiguri la nostra vita. Con questa domanda noi osiamo molto: stiamo chiedendo di entrare nella preghiera stessa di Gesù!

«Quando verrà il Regno di Dio?» (Lc 11,20) chiesero alcuni farisei a Gesù. Come loro, come l’uomo di sempre, anche noi siamo abitati dalla domanda del «Quando?». Una domanda che, spesso, diviene nostalgia di un passato o attesa di un futuro che sembra non arrivare mai, con il grande rischio di mancare il presente e di lasciar ricadere su altri la responsabilità di ogni realizzazione! La risposta di Gesù li ci sorprende:



«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17,21). Queste parole di Gesù ci aiutano a comprendere che imparare a pregare «Venga il tuo Regno» diviene invito ad abitare la nostra storia, le nostre città, la nostra stessa vita non aspettando o ricercando segni eclatanti, perché il Regno di Dio si riveste di piccolezza come il granello di senape (Lc 13,19), vive nel nascondimento come quel seme gettato nel terreno (Mc 4,26) come il Dio che si fa bambino. Il regno di Dio è già qui, ora, è già all’opera e chiede occhi capaci di riconoscerlo nei piccoli e fragili segni che sono seminati nelle nostre giornate, chiede di essere accolto custodito e fatto crescere come la terra fa con il seme.

Oso di più: il Regno di Dio è dentro ciascuno di noi! Chiede di incarnarsi nella nostra vita, là dove viviamo-studiamo-lavoriamo. Il Regno di Dio dimora in te! Imparare a pregare «Venga il tuo Regno», allora, è invito a ri-mettersi alla scuola di Gesù perché la nostra stessa vita diventi preghiera: spazio di relazione con Dio e con l’umanità intera; pregare affinché ci aiuti a vincere ogni nostra resistenza affinché la Parola possa germogliare e crescere in noi così da renderci ristoro per altri; è pregare perché il mondo che abitiamo si trasfiguri nel progetto che Dio da sempre desidera e ha pensato: «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare» (Is 11,6-9).

La venuta del Regno di Dio è possibile se, rimanendo alla presenza di Dio, ci apriamo e ci prendiamo cura della realtà che ci circonda, di ogni donna-uomo-bambino che incontriamo. Impariamo a pregare per essere noi il Regno di Dio.

Il Regno di Dio inizia da me, da te!

 

                                                                                                                                                            Chicca Sacchetti

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