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PASTORALE SCOLASTICA: il racconto di un'esperienza

94b71372 c7fe 4c9f a849 e6c7af5db3f2 2In occasione della visita pastorale al Decanato di Affori, l’Arcivescovo ha incontrato le realtà scolastiche del territorio come occasione iniziale per propiziare una dinamica di rete.
Tra gli interventi che si sono alternati, Cristina Clerici (Ausiliaria Diocesana) ha raccontato la sua testimonianza come docente di Religione presso l’Istituto Comprensivo Sorelle Agazzi (Comasina e Bovisasca). Questi plessi scolastici sono visti come strutture educative multietniche e multireligiose dove “nessuno ha rinunciato all’ora di religione”.

 

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PORSI ACCANTO A CHI SOFFRE: un'esperienza di cappellania

8eaa652a c8a4 4d95 8753 cad357555eb1In occasione della XXX giornata mondiale del malato il Santo Padre ha scritto un messaggio dal titolo “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.
Il Policlinico dove presto servizio è una realtà molto grande e complessa. Il servizio religioso presente in esso oltre a me è composto da tre sacerdoti a tempo pieno e uno part-time, la comunità delle suore di Maria Bambina, il sabato e la domenica sono presenti anche cinque seminaristi. 
Ho chiesto ad una suora e ad un cappellano che cosa significhi per loro porsi accanto a chi soffre.

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La "novità" di UN'ESPERIENZA ESTIVA

LonateLa proposta dell’oratorio feriale durante il periodo estivo non è una “novità”; da tanti anni ormai molti oratori si vedono impegnati a organizzare giochi, attività, gite per permettere ai ragazzi di incontrarsi e di trascorrere insieme le giornate al termine dell’attività scolastica. Ma quando in un oratorio, da sempre abituato a vivere questa esperienza solo nel pomeriggio (la mattina veniva gestita dal Comune negli ambienti della scuola), si uniscono l’intraprendenza del parroco, le insistenti richieste dei genitori, e si affaccia così la possibilità di un oratorio feriale “tutto il giorno”, le cose cambiano.

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DOVE TU MI VUOI: la pastorale come vocazione

LUCIAIl mese di Settembre segna l'inizio dell'anno pastorale e spesso è tempo di trasferimenti per chi vive la pastorale come vocazione. La riconoscenza, il grazie, l'accoglienza, la disponibilità piena al servizio del Vangelo sono l'esperienza comune di chi lascia una comunità per andare in un'altra. 
Di seguito il saluto di Lucia Monti dedicato a Lonate Ceppino, nel tempo del trasferimento a Sesto San Giovanni.
 
“Come Tu mi vuoi, io sarò; dove Tu mi vuoi io andrò…”. 
Sono le parole del canto che, in questo periodo, sento più risuonare dentro di me e che portano una luce  sui tanti volti, ricordi, esperienze, incontri che stanno  “abitando”  il mio cuore in questo momento. Parole che sento mie da rivolgere al Signore che attraverso la richiesta del mio trasferimento mi sta chiamando a seguirlo e a servirlo “dove Lui sa” e soprattutto “dove Lui vuole”. Mi sono sempre sentita accompagnata e “mandata” da Lui nel posto giusto, al  momento giusto, con le persone giuste con le quali condividere un cammino sempre fatto di un dare e ricevere. Resta il pensiero e il dispiacere di  sapere che purtroppo non c’è una mia consorella che continui ad accompagnare questa comunità di Lonate,  ma sento che l’amore del Signore per ciascuno di voi è grande e con fedeltà continuerà a starvi vicino, a guidarvi e accompagnarvi anche se con disegni che mi sfuggono e che lascio quindi nelle sue mani.

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La dimensione pastorale dell'insegnamento della teologia in Università Cattolica

unicattMentre stavo terminando il dottorato a Roma, una delle prime università che mi ha contattato per offrirmi un insegnamento è stata l'Università Cattolica; nella sua offerta formativa, infatti, è integrato lo studio della Teologia in ogni corso di laurea, quale che sia l'ambito disciplinare di interesse.
Avevo già insegnato, ed era previsto che continuassi, in una facoltà ecclesiastica (la Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale), che viene frequentata da coloro che sono interessati all'approfondimento teologico e che, almeno in parte, conoscono già il linguaggio della disciplina e della fede. Insegnare Teologia a giovani, che stanno studiando altre discipline, che non hanno uno specifico interesse per la teologia, che spesso sono digiuni del linguaggio della fede o conoscono quello di altre religioni, mi è parso subito una bella sfida, che mi avrebbe costretto a non dare per scontato nulla, a rendere ragione della fede, a trovare le forme e i linguaggi migliori per incontrare i giovani.
Alla prima lezione in aula c'era una studentessa; «una» inteso non come articolo indeterminato (una tra tante), ma come numero cardinale (una sola e basta). Ora coloro che frequentano i miei corsi sono parecchie centinaia di giovani. Dedico a loro, che tanto hanno contribuito alla conformazione attuale dei miei corsi, queste riflessioni.
Gli insegnamenti di Teologia sono una peculiarità dell'Università Cattolica. La loro esistenza è nota a chi fa parte in varia veste della comunità universitaria (studente, docente, personale), ma è nota anche all'esterno. Era noto anche a me, che, come studente, non ho frequentato la Cattolica (anche se in famiglia era una tradizione).
Quello che non sapevo (nonostante sia stata a lungo cultore della materia di un'altra docente) e che ho scoperto con stupore, meraviglia e gioia, al colloquio con Mons. Giuliodori (assistente ecclesiastico dell'UCSC) previo al conferimento dell'incarico della docenza, è che l'insegnamento della teologia in Cattolica si svolge su mandato ecclesiale. Questo è il punto da cui vorrei partire.

1. L'insegnamento della teologia in Cattolica è partecipazione all'azione pastorale della Chiesa
Benché "pastorale" sia un termine complesso e ricco di tante sfumature e diverse interpretazioni (ricordo un vecchio parroco che diceva convinto, e voleva convincere anche me, che «la pastorale è l'insieme dei compromessi personali»), parlando di "pastorale" non si può prescindere dal riferimento all'immagine sintetica del buon pastore (Gv 10, 11-18), che conosce le proprie pecore e per esse dà la vita ed è diverso dal mercenario, che ha a cuore solo il suo salario.

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Sottocategorie

  • Storie di vocazione

    strada p

     

    Come si sente la vocazione? Come si fa a capire, a orientarsi e a scegliere? Ti raccontiamo la nostra esperienza e la nostra storia...

     

     

     

  • Anniversari

    Vetrata foto

     

    Fare memoria, ringraziare, testimoniare la fedeltà del Signore. 

     

     

     

  • Esperienze

    esperienze Qualche racconto di esperienze e incontri...

     

     

  • Comunità

    Le donne, che il mattino di Pasqua si recano al sepolcro e alle quali facciamo riferimento per delineare la nostra vocazione, formano una piccola comunità in azione. Esse sono un gruppo di donne, che vanno al sepolcro di buon mattino con gli aromi; riescono a vivere insieme la fatica, l’angoscia, il vuoto di chi vede la vita preclusa e non hanno paura di condividere questo sgomento. Non fingono vita dove vita non c’è. In questo loro andare e condividere, esse incontrano l’inaudita novità della risurrezione e ad esse viene affidato il compito di annunciarla agli altri, in una testimonianza comunitaria. Diventano comunità apostolica, impegnata con la vita a proclamare a tutti Gesù vivo e presente nella storia umana, perché questa storia sia per tutti luogo di salvezza e di santità (St. n°7).
    Le comunità apostoliche nascono così dalla Pasqua: in questa sezione, le comunità delle Ausiliarie si presentano.

  • Servizi

    Noi ausiliarie condividiamo la vita di quella porzione di Chiesa che è la Diocesi di Milano. Ad essa, ai suoi bisogni pastorali, si rivolge la nostra carità e il nostro servizio. Siamo impegnate nelle parrocchie, ma anche in servizi diocesani, o in realtà specializzate come il carcere, l'ospedale, il consultorio, realtà caritative in favore delle donne straniere...

     

     

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