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QUARESIMA III - Prima della pioggia

AleksanderIl volto di misericordia che presentiamo non è quello di un santo, né di un uomo che potrebbe essere definito moralmente ineccepibile. Divorziato, amante di una donna sposata, addirittura – a suo dire – assassino (e si scoprirà nel corso del film in che senso), il protagonista del film di qualche anno fa «Prima della pioggia» diviene un operatore di pace. Nel corso del film lo spettatore è introdotto nella maturazione della sua scelta.
Il capolavoro del regista macedone Milcho Manchewski è un film che dà a pensare. Altamente simbolico, avvia col telespettatore una fitta metacomunicazione, fatta di opposizioni, contrasti, paradossi, allusioni. Tre episodi (Parole, Volti, Immagini), tre momenti di vita, tre morti si intrecciano, grazie a numerosi rimandi interni, in un contesto di violenza che sembra togliere spazio alle scelte individuali. Gli episodi non vengono presentati in ordine cronologico; non tutto si compone, a partire dalle incongruenze nella successione del tempo, che interrogano e lasciano spazio a ipotesi e interpretazioni. «Il cerchio non è rotondo», viene ossessivamente ricordato.

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Quaresima II - Volto che si nasconde, misericordia che agisce

05 peccatriceDi questa donna facciamo fatica a pensare il volto, e non solo a causa dei lunghi capelli che -possiamo immaginare- nascondono i tratti... O, forse, è lei che preferisce non mostrare il viso, schernirsi quasi con pudore, collocandosi "dietro, presso i piedi di Gesù" (Lc 7, 38).
La donna è sul pavimento: tocca con il suo capo i piedi del Maestro. Gesù sta in alto e lei in basso, il più in basso possibile. Dalla sua posizione fa fatica ad intravedere il volto del Maestro. Dal basso piange, lo guarda e gli parla...

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QUARESIMA I - Il tuo Volto, Signore, io cerco

volto di DioDi Te ha detto il mio cuore:
“Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. 
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo (Salmo 26).

Le parole del Salmista sintetizzano bene quelle tante volte in cui la Bibbia narra la dinamica di relazione -in definitiva, la storia della salvezza- che si instaura tra l’umanità e Dio, fatta di ricerca e di svelamento, di desiderio e di risposta. 
La nostra conoscenza di Dio progredisce con la Rivelazione. Gesù rivela in pienezza il Volto del Padre. Come dice l’evangelista Giovanni, Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1,18).
Ecco perché di questo Volto ciascuno di noi può parlare, pur non esaurendo tutto quello che si può dire. 

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Ingressi 6 - Dio entra nella carne

Maria suore BetlemmeNel giorno in cui la Chiesa Ambrosiana celebra il mistero dell’ Incarnazione, mi piace riprendere un testo di Sartre, un pensatore sedicente ateo dell'esistenzialismo del '900, che davanti all’icona di Maria con il Figlio tra le braccia scrive di Lei: Lo guarda e pensa: «Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. È Dio e mi assomiglia». E poi continua, parlando del Figlio: «Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive».
Non aggiungo parole a commento del mistero, se non una considerazione su un fenomeno attuale che forse, imprevedibilmente, ci permette di ricomporre un sorriso sulla tragedia del mondo e di non lasciarci rubare la speranza, come ama dire Papa Francesco.

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Ingressi 5 - Dio entra nella sofferenza

ImmagineinmanoRitornando con il pensiero al momento in cui mi è stato comunicato che Andrea era morto in modo così tragico ed improvviso ho subito pensato “ Ma cos’altro vuoi, Signore, da questa famiglia? Perché li stai provando in questo modo?”.

Con mia cugina non ci sentiamo in modo frequente, ma la sua famiglia è sempre presente nelle nostre preghiere (mie e della mia famiglia) e attraverso i racconti della zia abbiamo sempre seguito l’evolversi della malattia di Luca e Gabriele, tenacemente ed ostinatamente attaccati alla vita nonostante le limitazioni imposte dalla distrofia muscolare di cui soffrono entrambi.

 

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