3. Io vado cercando...
Dentro una storia di santità/1: DOVETE ESSERE VOI STESSE! Il protagonismo delle donne
L’arcivescovo invita le donne a trovare il loro modo di essere cristiane che sia all’altezza dei tempi, tempi di continui cambiamenti proprio nel mondo femminile e, di conseguenza, anche nel mondo maschile e nei rapporti di genere.
Dentro una storia di santità/2: MILLE FILI MI LEGANO ALLA FAMIGLIA UMANA, MILLE ALLA COMUNITÀ CHE È LA CHIESA. L’appartenenza ecclesiale
Dentro una storia di santità/3: COLLABORATRICI, DIACONESSE, MINISTRE. Il servizio pastorale
Dentro una storia di santità/4: Amare con le dimensioni del mondo…stando nel mondo
Paolo VI ha sempre avuto nel cuore il desiderio, l’esigenza l’urgenza struggente, di dialogare con il mondo. Nel suo pontificato molti sono i documenti, i discorsi, gli interventi pubblici, che divengono espressione di tale desiderio. Un dialogo che egli stesso descrive così: “La Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio” (ES n° 67).
Già negli anni del suo episcopato nella diocesi di Milano il card. Montini ha dato manifestazione di questo suo anelito: basti pensare alla Missione del 1957, al suo andare là dove la gente viveva e lavorava. E in questo suo andare verso il mondo - che oggi nel pontificato di Francesco è espresso come Chiesa in uscita, “l’andare verso le periferie esistenziali” (EV 20-24) - coinvolge pienamente la vita religiosa femminile. Rivolgendosi alle religiose e alle consacrate nel 1963 non tace di dare voce al giudizio che la società moderna esprime: “Siete scartate dalla categoria delle donne «vere». Siete persone, secondo il giudizio del mondo, che hanno perduta la strada, che hanno imboccato un vicolo laterale che le ha messe fuori dal grande fiume della vita piena, della vita vera, della vita naturale”.
Nel ricordo dei cardinali Montini e Colombo
Obbedienza e ascolto
Come è noto, il verbo «obbedire» è imparentato con il verbo «ascoltare». Questo vale in italiano, che deriva dal latino, in greco, ma anche in ebraico e in arabo. Addirittura in ebraico, in assenza di una radice propria, per esprimere l’obbedire (oltre al semplice verbo «ascoltare») si usa un sintagma che, tradotto letteralmente, significa «ascoltare nella voce». L’obbedienza, quindi, è un ascolto che si fa azione e una azione condotta «stando nella parola» ascoltata, tenendola nel cuore, continuando ad ascoltarla, ritrovandone in ogni momento la freschezza e l’attualità, la saldezza e la sicurezza…
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