IL TESSUTO DELLA MISERICORDIA

Sono convinta che anche questo è un movimento di cura e attenzione per le persone che ci vivono accanto e che incontriamo.
La fantasia è capace di sorprenderci sempre e così mi è capitato di pensare alla straordinaria bellezza di un tessuto di misericordia e quasi di sentirlo, sotto al tocco delicato delle mie mani in cerca di bellezza e senso della vita.
Misericordia, Grazia e Tenerezza come trama e ordito, oro, rosso, blu e verde come colori (i colori dei 4 pilastri della vita cristiana. Oro l’Eucarestia, presenza di Dio nel pane spezzato. Rosso la carità, l’attenzione amorosa agli altri. Blu la preghiera che sempre mischia cielo e terra. Verde il dono della Parola che guida i nostri passi).
Il Creatore, il grande “Artigiano” della misericordia e della bellezza, non smette mai d’intrecciare meravigliosi tessuti per noi, per il senso della nostra vita.
La domanda che subito mi è nata dal cuore è stata: “Quali fili servono per tessere una stoffa così oggi?” Quali fili che possano incontrare, sorprendere e appassionare gli uomini e le donne di oggi, di ogni età, religione, condizione…ecc.?
TRASFOMERANNO LE ARMI - 5 marzo 2025

FACCIAMO LA PACE? Camminare nella bellezza

Siamo state accolte dalla città di Verona per considerare insieme il tema la Pace; argomento per nulla scontato, in cui la differenza è stata posta dalle opere artistiche che abbiamo considerato.
Un piccolo percorso iniziato nella contemplazione della vetrata di Chagall “L’albero della vita”, concluso con la “Danza” di Matisse passando da “La guerra e la Pace” di Picasso.
IL CERCHIO E IL QUADRATO

Quando anche la fede vacilla, lasciandoci in preda ad una drammatica incertezza, rimane vero che Dio fa dell’impossibile il suo lavoro quotidiano a nostro favore.
Ed ecco che mi si allarga un sorriso sul volto perché ricordo una “perla” che mi regalò Riccardo, un bimbo di quattro anni.
A quel tempo lavoravo nella Scuola Materna e facevo volontariato in carcere. In una delle mie visite ai detenuti, incontrai un uomo con una lunga condanna il quale, indurendo il volto, mi disse che l’errore e la detenzione erano per lui cosa certa come il cerchio che non può diventare quadrato. Una frase che non mi toglievo dalla mente, tanto che ne parlai a scuola con i bambini, dicendo che un “amico” non poteva essere buono perché nessuno glielo aveva insegnato, proprio “come un cerchio non poteva diventare quadrato”. E per questo, l’ amico, era molto triste.
Quasi subito, con semplicità, Riccardo mi chiese di disegnare per lui un cerchio e di ritagliarlo. Poi, con determinazione, prese lui forbici e cerchio e tagliò la circonferenza in modo da mostrare il quadrato nascosto nel cerchio. Mi consegnò la sua opera dicendomi di portarla al mio amico, e tornò a giocare.
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