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L'ECO DELLA GIOIA - Correre verso la felicità

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Amare, pregare e crescere
sono le parole che sono risuonate nella nostra mente e nei nostri cuori durante i giorni di GMG costringendoci a riflettere su quale fosse il loro ruolo nella nostra vita e se esso fosse realmente ciò che vogliamo per noi e per gli altri. Come portare a casa nella nostra quotidianità queste nuove risposte? O meglio, queste nuove domande?
Per rispondere a questo Papa Francesco ci ha aiutato nel riflettere consigliandoci di  "correre verso la felicità" sottolineando che "la vera felicità sta nel lasciarsi attrarre dal volto dell'altro". Quante volte pensiamo che la nostra felicità dipenda esclusivamente da noi? Quante volte l'amore verso il prossimo crediamo non ci basti? Proprio su questo l'Arcivescovo della nostra diocesi ha improntato la sua riflessione. Partendo da un vangelo apparentemente già fin troppo conosciuto da noi giovani, ci è stata ripetuta tutte le volte possibili una sola parola: correre.
Nella nostra quotidianità questa parola è ormai abitudine, tra studio, lavoro e impegno di ogni genere ci ritroviamo troppo spesso ad aver bisogno di più tempo, a dover fare giochi di prestigio per incastrare tutto arrivando poi a fine giornata esausti. Maria però non corre per questo, corre per amore; il suo gesto, fatto probabilmente senza pensarci, ci regala la vera spiegazione di cos'è l'amore perché chi ama "vola". Durante questa GMG infatti ci è stato dimostrato più volte che per amore non si intendono i grandi e plateali gesti di affetto, l'amore è nei piccoli gesti, è nel sorriso di un amico, in un abbraccio inaspettato, un incontro che ti colpisce. L'amore è quello di Gesù che "si muove verso la croce perché la nostra anima ritrovi il sorriso".
Come gli apostoli di Gesù anche noi infatti, un passo alla volta, stiamo imparando a conoscerlo, ma come? Se ci provassimo da soli riusciremmo veramente ad amarlo?
Non è un caso che nella vita di ognuno di noi ci siano quelli che Papa Francesco chiama "radici di gioia", persone più o meno esperte che ci accompagnano nel nostro cammino verso Dio tenendoci per mano ma anche lasciandoci liberi di sbagliare. Persone che non rispondono alle nostre domande ma che ci ascoltano e indirizzano verso la giusta direzione. Invitandovi a pregare per loro ci è anche stato suggerito però di pensare al prossimo: come possiamo trasformarci in radici di gioia?
Forse Papa Francesco ha dato una risposta anche a questo: la gioia e l'amore non sono chiuse a chiave da qualche parte, occorre scoprirli nel nostro dialogo con gli altri dove noi stessi doniamo le nostre radici di gioia.

Chiara Mestroni - Decanato Sesto S.Giovanni

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