Stampa

Da Paolo VI a Francesco, il primo dell’anno la prima parola è PACE

pace Cantu«Sarebbe Nostro desiderio che… ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa - all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo - che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire».
Con queste parole, papa Paolo VI si esprimeva nel 1968, istituendo, per il 1° gennaio di ogni anno, la Giornata Mondiale della Pace.
Erano gli anni della guerra del Vietnam e il Papa chiedeva una tregua e invitava a pregare e a riflettere su: «quanto la pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace».
Il tempo trascorso da allora ha visto tanti nuovi sfondi sulla scena mondiale e, se per certi versi, il progresso si è rivelato una benedizione, per altri ha portato con sé nuova, incalcolabile distruzione.
La congiuntura storica che adesso stiamo attraversando, tra l’altro, ha trovato tutti impreparati con il ritorno della pandemia e della guerra nella vecchia Europa.
Papa Francesco parte dall’osservazione di questo scenario per parlare oggi di pace e per ribadire che solo un «“noi” aperto alla fraternità universale può dare una risposta efficace per superare le crisi personali, sociali e mondiali».
Il tema della fraternità percorre tutto il magistero del Papa attuale e risulta strettamente collegato agli argomenti relativi all’accoglienza, alla conversione ecologica, alla cura e all’incontro fra le generazioni.
In questo senso, i titoli dei Messaggi da lui diffusi, dal 1° gennaio 2014, proprio in occasione delle Giornate Mondiali della Pace, sembrano proprio un compendio degli insegnamenti del suo Pontificato:
2014 - Fraternità, fondamento e via per la pace
2015 - Non più schiavi, ma fratelli
2016 - Vinci l’indifferenza e conquista la pace
2017 - La nonviolenza: stile di una politica per la pace
2018 - Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace
2019 - La buona politica è al servizio della pace
2020 - La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica
2021 - La cultura della cura come percorso di pace
2022 - Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura
2023 - Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace
Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace: è il titolo del messaggio in occasione della 56^ Giornata Mondiale della Pace, da cui si sprigiona soprattutto l’appello «a lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà … alla luce del bene comune».
Responsabilità e compassione - lo suggerisce Papa Francesco, a conclusione del testo - siano le coordinate per orientarsi nello spazio del mondo di oggi e delle sue sfide, nella speranza, verso il futuro.

Nel mese di gennaio, nel box in alto a sinistra, verrà suggerito quotidianamente un passo su cui riflettere del messaggio del Papa per la 56' giornata mondiale di preghiera per la pace

Daniela Mapelli, in servizio pastorale a Cinisello Balsamo

 



I cookies ci aiutano ad offrirti un servizio migliore. Continuando a navigare accetti l'utilizzo dei cookies.