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GIORNATE SOCIALI - 4: Giornata mondiale del Malato

download 1Cenerentola o sorella malattia?
La Madonna a Lourdes diventa un faro nella notte di migliaia di persone che ricorrono a Lei implorando "pietà". La Chiesa celebra la Giornata del Malato accostando ogni forma di sofferenza con quella capacità materna che Maria sa infondere a ciascuno di noi. Dalla malattia ci sono passata anch'io e ho trovato la serenità di scoprire una sorella, sorella malattia, appunto, che prima ho sempre sottovalutato. 
Mi sono trovata in un letto di ospedale senza accorgermi, risvegliata da un breve tempo di coma come se mi stessi svegliando in un letto di albergo... ma non ricordando assolutamente come fossi arrivata lì.

Dopo 10 anni ancora oggi mi ritrovo a fare della esperienza della mia malattia il tesoro a cui attingere quando accosto gli ammalati nel mio impegno in parrocchia. Anzi, ancor prima del riprendere un impegno pastorale il mio essere stata ammalata mi ha aiutato nel seguire e accudire mia mamma, nei suoi anni di malattia e nella sua morte. Una scuola "di vita": sì, perché la malattia è parte integrante della vita ed è veramente importante affrontarla con tutte le nostre potenzialità e non relegarla in un angolo oscuro della nostra
coscienza. Quando accostiamo un ammalato e ci dedichiamo a lui, il nostro modo di vivere la malattia lo si nota subito. C'è chi parla troppo, chi al contrario sta troppo in silenzio, c'è chi piange e non sa trattenere il dramma, c'è chi scherza ed evita di ascoltare l'ammalato su ciò che ha bisogno. Ci sono cioè tanti comportamenti che ciascuno mette in gioco e che la malattia mette a nudo. Il malato spesso è quello che si adatta a chi gli sta vicino e impara a riconoscere cosa può chiedere e a chi può domandarlo. Anche quando l'ammalato ha problemi di comunicazione o problemi psichici capita questa dinamica: è lui che si sa adattare ad assumere determinati comportamenti in base a chi lo avvicina. Sarà successo così anche a Gesù? Credo proprio di sì e penso sia quello che Egli definisce chiedendo a ciascuno: "Tu credi? Allora guarisci...". Gesù suscita fede, fiducia, e quindi guarigione. La Chiesa continua la missione di Gesù e anche noi oggi siamo chiamati ad affrontare la malattia con quell'amore, con quella serenità, con quella cura del bene del singolo, che Gesù ci ha testimoniato. La malattia è "sorella", è di casa nella vita di ciascuno di noi: non guardiamola come una "servetta", come Cenerentola, da comandare e liquidare in malo modo. Condividiamo tempo, preghiera, affetto, fantasia, con gli ammalati che conosciamo. Da loro possiamo imparare molto ed esercitarci ad immaginare come saremo noi quando ci capiterà di essere al loro posto. Il più bel miracolo da chiedere alla Madonna di Lourdes è secondo me proprio questo: lo spirito di accettazione di "sorella malattia". Così potremo tutti vivere la Giornata del Malato con sincerità.

Isa Santambrogio

Ausiliaria diocesana dal 1990. Impegnata nella Comunità Pastorale "Papa Giovanni XXIII" di Canonica d'Adda, da alcuni anni segue il Centro d'ascolto della Caritas, l'attenzione verso i malati della parrocchia e la pastorale battesimale.






































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