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Testimonianza di Elena Vitali, nel 40' anniversario di consacrazione
Cerco le parole per raccontare la bellezza di questi quarant’anni donati al Signore pienamente, per sempre, nella vita consacrata come Ausiliaria Diocesana di Milano e mi accorgo che alla mia piccola vita donata corrisponde tanta vita ricevuta. In questo senso, dovrei raccontare di quarant’anni nei quali, non io, ma il Signore stesso si è fatto dono per me, si è donato pienamente a me…come una benedizione!
È così perché, nonostante tutte le mie miserie, limiti, pochezze e fragilità, Lui ha benedetto la mia vita non lasciandomi mai sola e prendendosi amorevolmente cura di me. Come un padre, come uno sposo.
Nel dono di me stessa a Lui ho trovato e costruito la gioia. E questa è per me una certezza, anche se a volte la gioia, in questi miei quarant’anni, si è fatta strada faticosamente perché il cammino da praticare non era un bel sentiero agevole e pianeggiante, luminoso e gratificante, ma un percorso oscurato da nuvole e buio, con sassi d’inciampo e cartelli fuorvianti, con il rischio di farmi perdere la strada intrapresa.
Dalle difficoltà ho imparato che la gioia va cercata, desiderata e -oso dire- anche un po’ pretesa, richiesta con insistenza al Signore per poter continuare a sostenere il cammino. A volte mi è capitato che la gioia fosse solo una piccola e debole fiammella, eppure viva e visibile, abbastanza per darmi la certezza che Qualcuno l’avesse accesa per me.
La gioia sta dentro ferite brucianti, anche profonde e la si trova solo se si entra in esse, accompagnati dallo sguardo misericordioso di Dio e dei fratelli.
La gioia intesse i tratti e i passi della quotidianità, ti sorprende nei gesti piccoli e semplici di bene, tenerezza, amorevolezza e perdono, oppure capita che appaia come un raggio di luce prepotente che spacca giornate di buio; talvolta necessita di uno sguardo attento e di ascolto profondo di sé e delle persone e ciò ti permette di intravvedere Dio che ricama in ciascuno il suo disegno d’amore e di vita. La gioia nasce dall’ascolto di una Parola che è per te. Adesso, qui.
Mentre penso a questa gioia, mi scorrono davanti agli occhi del cuore i volti di tanti uomini e donne, fratelli e sorelle che in questi anni hanno camminato con me: la mia famiglia, le consorelle, i sacerdoti e gli amici, le comunità cristiane dove ho svolto il servizio pastorale. Qualcuno di loro è presente fin dagli inizi della mia vocazione per ascoltare condividere e sostenere l’amore per il Signore e la passione per la Chiesa intera.
Ringrazio tutti e ciascuno con le parole scritte da una compagna di viaggio (si fa per dire, poiché non ho conosciuto personalmente Antonia Pozzi), ma che spesso ho sentito vicina con la sua poesia e mi ha aiutato a leggermi dentro e mi aiuta anche in questo momento in cui vorrei nuovamente, con gioia, dopo 40 anni, riconsegnare la mia vita al Signore e ai fratelli.
Una poesia? Sì, ma non solo: per me anche una preghiera e un modo per grazie.
Confidare
Ho tanta fede in te.
Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te.
Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
Elena Vitali