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AVVENTO/1: Il pensiero degli stolti

nuvoleLo stolto dice: Dio non esiste. 

Sono corrotti, fanno cose abominevoli, non c’è chi agisca bene.

Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo

 per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio.

 

Sono i primi versetti del Salmo 53 che può essere suddiviso in tre parti: la prima detta “Il lamento sull’ateismo e sull’ingiustizia” (Sal 53, 2-5); la seconda “L’oracolo giudiziario divino” (Sal 53, 6); la terza “L’antifona finale aggiunta” (Sal 53,7).

Ci fermiamo sulla prima parte che ci offre la possibilità di riflettere sull’essere stolto e sull’essere saggio. Il salmo evidenzia che la stoltezza dell’uomo conduce a vivere senza Dio, a relegare Dio nel cielo e non considerarlo presenza reale e significativa (Dio non esiste). 
A questo sguardo miope sulla realtà, che non va aldilà del proprio naso, corrisponde il rischio di diventare idolatri e di considerare gli altri sempre come sospettabili antagonisti.
E invece, la realtà di Dio è ben altra, perché Dio dal cielo si china. 
È un’immagine bellissima: un Dio che dal cielo -dove noi stolti lo abbiamo relegato, per non ascoltarlo, per fare in modo che non ci scomodi con il suo desiderio di amicizia- si china, esce per entrare nella nostra storia e per poter rinnovare l’alleanza con l’umanità!
E’ un’immagine che ci ricorda il buon samaritano che si china sull’uomo incappato nei briganti e se ne prende cura riportandolo alla sua dignità. 
Ma, si chiede il salmista, Dio troverà chi lo cerchi?
Dio viene a noi per svelarci la verità di noi stessi e l’Avvento che stiamo iniziando ci richiama proprio alla necessità di aprirci alla Luce per scegliere la via della Sapienza.
Nessuno di noi è immune dal pericolo della stoltezza, perché noi tutti a volte affermiamo che Dio non esiste con il nostro comportamento e non ci accorgiamo che Dio si china su di noi mostrandoci la cura che ha per ciascuno.
In questo tempo di pandemia, questo virus piccolissimo ci ha messi in ginocchio, ma al tempo stesso ci è stata data la possibilità di riscoprire i valori che rendono migliore la nostra vita: il silenzio per riflettere, per metterci in ascolto di Dio, che ci parla anche attraverso il dolore, e per ascoltare le esigenze degli altri e vivere la solidarietà.
Papa Francesco manifesta la preoccupazione che non vada perduto quanto abbiamo visto e imparato nel far fronte alla pandemia, non sia dimenticato di quanto bene sono capaci le persone, non sia ignorata la verità della persona e della società, della vocazione alla fraternità solidale e alla fiducia in Dio. Anche il nostro Arcivescovo ci ricorda che “abbiamo bisogno di sapienza, quella sapienza pratica che orienta l’arte di vivere, di stare nel mondo, di stare insieme, di interpretare il nostro tempo e di compiere scelte sagge e promettenti.” (M. Delpini, “Infonda Dio sapienza nel cuore”).

L’augurio per tutti è che il Natale che stiamo attendendo sia una nuova possibilità di credere all’annuncio che la nostra storia è abitata dall’amore di Dio.

Signore, concedici la sapienza del cuore

perché possiamo accogliere il tuo amore

che riempie la terra e la conduce a salvezza.

Perdona la stoltezza con cui rischiamo di rendere vana

la cura che hai per noi.

 

Mariangela Possenti
Parrocchia S. Cipriano - Milano

 

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