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Avvento 2016/4: In attesa di gratuità - Rut

rutLa donna che teme Dio è da lodare (Prv 31,30b)
E’ commovente la storia di una famiglia ebrea che da Betlemme (casa del pane) cerca casa altrove, nelle terre di Moab, allontanandosi da Dio. 
Ed è ancora più commovente la storia di una donna moabita che, legandosi profondamente a questa famiglia, comincia a cercare, scoprire e conoscere Dio.
Rut è il nome della donna straniera che, affascinata dagli usi e dai costumi della famiglia di profughi Efratei di Betlemme, scorge, attraverso di  loro, un oltre e un Altro. E,  già nella sua patria, rinuncia al proprio stile di vita, entrando a far parte di questa stessa famiglia che, colpita dalla morte di tre figli -uomini nel fior degli anni- si mette sulla via del ritorno a Betlemme.
Anche quando sembra tutto finito perché gli uomini di casa muoiono senza discendenza, Rut -rimasta vedova, come la cognata e la suocera- si fa compagna di viaggio e proprio lungo il cammino dichiara a sua suocera Noemi: «… dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio… ».
Le sue nozze resistono: Rut spera contro ogni speranza e non abbandona Noemi. La sua presenza, accanto alla suocera,  è consolante, attiva e dinamica.
Rut è una donna mite e tenace allo stesso tempo, sa stare al suo posto e sa prendere decisioni ascoltando consigli e suggerimenti. 
È strumento di benedizione e riceve benedizione su benedizione. 
Si fa serva e si sente ancor meno di una schiava (Rut 2,13), eppure da Noemi è sempre chiamata “figlia mia”
I suoi stessi gesti rivelano un rapporto filiale non solo umano. Rut entra infatti nelle pieghe della sua vicenda umana, da vera credente, da donna che pone la sua fiducia in Dio.
Lei, amica (tale è il significato del suo nome), si fa figlia, si pone accanto e sostiene la suocera nella sua amarezza, finché,  dopo aver spigolato nel campo di Booz, con il fiorire di una vita nuova nel suo grembo, arriva a farle riacquistare fiducia in Dio.
Noemi si sente consolata e ritrova la bellezza di essere donna dentro il suo popolo.
È una trama di rapporti tra donne alternativi a quelli che solitamente una letteratura (anche biblica) ci propone: non gelosie, contese, rivalità sottili, ma sororità, solidarietà, affetti profondi e duraturi che ci aiutano a scoprire il volto di un Dio amico, protettore dei poveri. 
L'avere inserito Rut nell’albero genealogico di Davide e successivamente in quello di Gesù obbliga ad aprire la mente a vedute più ampie, più in sintonia con lo stile di Dio. (P. Rota Scalabrini).
Chissà che persone estranee alla fede cristiana, ma intimamente in cerca di Dio, non  riaprano in noi -cristiani di tradizione e per abitudine- le vie del cuore, verso un incontro più vivo e più vero con il Dio-con-noi, che non viene meno alle sue promesse di vita in abbondanza!

Katia Berghella, a servizio della Comunità Pastorale Trinità in Cesano Maderno


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