ANNIVERSARI 2023: Barbara
Sono Barbara, ho 48 anni: 21 vissuti con la mia famiglia e i miei amici, formata alla vita cristiana nella Chiesa parrocchiale e 27 trascorsi nella famiglia delle Ausiliarie, formata nella Chiesa diocesana. La Galilea e il mondo, la porzione e l’intero.
Nei primi anni della mia giovinezza ha gustato la Chiesa vicina e negli anni successivi, quelli in cui si dicono i sì fondamentali della vita, sono stata chiamata ad essere io stessa Chiesa vicina, partecipando alla carità pastorale del Vescovo.
La chiamata si è fatta desiderio e senso della vita: mi sono nutrita di un carisma che ha plasmato anche la mia identità e ho donato la vita a Dio nella vita fraterna, nella preghiera e nel servizio alla Chiesa ambrosiana, abbracciandone la spiritualità che avevo gustato già negli anni precedenti.
Ventuno anni: che fretta c’era di partire? Forse quella stessa che trovo in Miriam, Giovanna e Susanna nel Vangelo di Luca: prima discepole di Gesù, poi testimoni della sua risurrezione. Neppure Pietro e gli altri hanno rimandato la sequela! Loro, le donne, io e tanti altri abbiamo lasciato “tutto” e “subito” per seguire l’affascinante Maestro, partendo dalla nostra Galilea e attraversando anche molte notti e molte tempeste.
Oggi, a 25 anni dal primo sì, c’è una seconda chiamata che si profila all’orizzonte: continuare a dare tutto e subito, attraversare ancora notti e tempeste, da sola e con altri e annunciare con speranza la risurrezione.
Per la piccola esperienza fatta, credo di poter dire che nella vita non ci sono molte chiamate e molte risposte da dare: in ogni stagione si rinnova la stessa fondamentale domanda, che assume colori diversi ma con lo stesso significato e che chiede nuova adesione. Il gusto della prima chiamata si rinnova e si fa fedeltà. Nostra, certo, ma anche e soprattutto di Dio.
In questo anniversario, senza darla per scontata, rinnovo la mia risposta al Signore e chiedo la grazia di non perdere il gusto della vocazione ricevuta. Una vocazione che non ha senso di esistere e non porta frutto se non in comunione con le altre chiamate al dono di sé nell’amore: le mie consorelle, gli altri consacrati, i preti e i laici.
È proprio vero che la Chiesa è una sinfonia, un mosaico, un poliedro! Ricordo con gratitudine e affetto quella “Galilea” da cui provengo: Induno Olona e le prime esperienze pastorali a Solaro e al Villaggio Snia di Cesano Maderno. Poi la comunità formativa di Seveso e la comunità pastorale di Desio. Dentro ad ogni realtà, nomi e volti di persone diventate care. Dietro ad ogni giorno, la presenza del Signore.
Barbara Olivato
Comunità pastorale S. Teresa di Gesù Bambino - Desio
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