Angelina, 40 anni di vita consacrata

Angelina
Quarant'anni di consacrazione religiosa
nell'Istituto delle Ausiliarie Diocesane:
mi riempiono la bocca a dirli, la mente a pensarli,
il cuore a farne memoria!
Eppure sono un soffio nel pensiero di Dio
che mi ha scelta e amata sin dalla mia origine.

Se faccio memoria dei tempi che hanno preceduto gli inizi del cammino di Ausiliaria mi rivedo una giovane, parte di un gruppo giovanile oratoriano, che respirava la ventata di primavera nella Chiesa attraversata dal dono del Concilio Ecumenico Vaticano II. La bellezza della Parola che incominciavamo a "frequentare", il servizio alla Chiesa locale come giovani laici "impegnati", il gruppo che faceva comunità e percepiva l'appartenenza dalla Chiesa di Gesù, ci aiutavano a "sognare" la bellezza della vita vissuta in pienezza.

 

E qui Gesù ha cambiato la mia vita. Mi ha aperto orizzonti nuovi, ampi, che andavano oltre la bellezza di una chiamata a costruire una famiglia tutta mia, per aprirmi a Lui, appartenergli, amarlo e, per Lui, amare la sua Chiesa.  L'ho incontrato attraverso la "conoscenza" del Vangelo, la preghiera e la disponibilità gratuita che offrivo alla comunità della mia parrocchia nel servizio della catechesi e di altri compiti; soprattutto percepivo la gioia di una vera libertà perché Lui mi faceva "sentire" il suo amore e si aspettava che io Gli rispondessi: un Sì per sempre? Che paura!  Mi ha illuminata e rafforzata la Parola di Dio -al centro della riflessione e della preghiera nel gruppo giovanile- là dove nella Prima Lettera di Giovanni al capitolo 1 si dice: quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. L'amore di Gesù non poteva fermarsi a me ma voleva arrivare ai fratelli anche per mezzo mio. E nei lunghi anni di consacrazione al Signore questa gioia non è venuta meno perché la certezza della fedeltà di Gesù al mio SI' è esperienza quotidiana. La Sua fedeltà è certezza, la mia fedeltà è fragile, a volte il cuore trema, rifiuta le prove però, nonostante tutto, posso dire che le stesse promesse che Gesù ha fatto a Pietro (Mc 10,28 ss.) sono concrete anche nella mia vita: non solo il centuplo di tutto ciò che ho lasciato ho già ricevuto, molto di più certamente, insieme a qualche prova e sofferenza. L'Amore fedele e la misericordia sono il Volto più bello che ho scoperto di Gesù: vorrei solo che tutti i miei fratelli lo scoprissero e lo sperimentassero.  Sono una Ausiliaria Diocesana: con le mie consorelle facciamo voto di obbedienza all'Arcivescovo, che è il nostro superiore, totalmente disponibili al servizio della carità pastorale nella Diocesi di Milano.

Si possono fare varie esperienze di Chiesa: l'appartenenza a gruppi, movimenti, associazioni e tutto questo è segno della vivacità dello Spirito Santo e delle diversità che unificano in un solo Corpo.

A me affascina la bellezza della Chiesa «ordinaria», di quella Chiesa locale fatta dal popolo dei fedeli uniti ai sacerdoti e al Vescovo. È un po' come l’esperienza di Gesù e dei discepoli sulle strade della Palestina: mi dedico con passione, amo, ascolto, accolgo e condivido fatiche e gioie dei fratelli che Dio mi dà di incontrare ogni giorno per annunciare loro la novità del Regno.

Che cosa ho fatto in questi quarant’anni? Sono stata con loro e con Gesù nella Chiesa!  Ed è quello che farò ancora…

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