La sinodalità missionaria dell’assemblea dell’oratorio 2020
Il vescovo Mario, nel discorso di apertura dei lavori dell’assemblea, usando una immagine molto suggestiva, aveva raccomandato di mettersi al lavoro per cercare un paio di scarpe nuove perché i nostri oratori potessero continuare l’appassionato ma anche faticoso cammino di annuncio nell’epoca contemporanea.
Si è iniziato a lavorare e gli oratori sono stati letteralmente invasi da 20 schede che chiedevano di confrontarsi sull’esistente, sui sogni e sulle resistenze per poi offrire un contributo alla conclusione della prima fase dell’assemblea il 9 febbraio.
Il 9 febbraio è arrivato e insieme ad essa sono arrivati circa mille delegati – di ogni vocazione ed età- con il loro bagaglio, il loro entusiasmo e la loro voglia di camminare. Lo Spirito ha soffiato, ha gonfiato le vele e non lascerà indifferente la Chiesa ambrosiana.
Lo Spirito ha soffiato, l’ho riconosciuto da due caratteristiche dei discepoli missionari – come ci chiama papa Francesco in Evangelii Gaudium- che ho incontrato: i discepoli missionari che ho visto sono a piedi nudi ma non vogliono più fare da soli!!
FINO AI CONFINI/2: assistente spirituale in carcere

FINO AI CONFINI/1: infermiera di quartiere

Fino ai confini

Domenica 27 gennaio e 3 febbraio vorremmo raccontarvi due mete, due storie che, come direbbe il nostro Statuto, diventano luoghi di salvezza:
- Baranzate, dove Marinella è infermiera di quartiere;
- Milano, dove Chicca è assistente spirituale nel carcere di S. Vittore.
Ci rendiamo conto che il nostro servizio al Vangelo diventa annuncio per noi stesse, prima che per altri. Nell'andare, siamo evangelizzate anche noi: i luoghi della carità pastorale diventano santuari e meta di pellegrinaggio.
Battesimo di Gesù: Camminare e scendere: Gesù

E lo fai con un profilo basso! Come quella prima notte a Betlemme tra i pastori e le greggi o come in quel tuo primo giorno pubblico al Giordano. (“Gesù venne da Nazaret di Galilea”). Signore tu vieni da Nazaret, luogo sconosciuto ai più, ma non alla voce del cielo che parla alla terra.
Non è allora un caso che, lasciato questo luogo, per prima cosa tu abbia attraversato la Galilea e, scendendo sotto il livello del Mare, sia giunto in Giudea, alle rive di quel fiume che significa “scorre sempre più giù”. (“Fu battezzato nel Giordano da Giovanni”).
Ci hai trovato tutti lì, in attesa e in ricerca di qualcuno che si avvicinasse senza vergognarsi di stare con noi. Sei sceso in queste acque di terra e sulla tua pelle si sono scritti, man mano, i nomi di tutti noi! Poi ci hai portati fuori, come si fa tra familiari stretti!
Che gioia per il Padre: ha squarciato i cieli e guardandoti tra noi ha esultato!
“E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto" ( Mc 1,9-11).
In te e con te, il cielo ci ha visti restituiti alla luce.
- Signore Gesù, sei il Dio vicino e anche in questo Natale che abbiamo celebrato, sei sceso nelle profondità della nostra vita, nelle ombre e negli insuccessi della nostra povera umanità.
Sei venuto tra le nostre contraddizioni e infedeltà e hai portato alla luce, il Figlio di Dio che siamo noi. Non stancarti di ricordare al cuore i passi dello scendere che ci rendono fratelli e sorelle.
Amen
Prima di andare, prega con alcuni versetti del Salmo 138
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