Fino ai confini
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Continuiamo la riflessione proposta nel tempo di Natale attraverso la Parola sul cammino come metafora della vita (Sentieri nel cuore) guardando ora alle strade che percorre il Vangelo per raggiungere ogni uomo e donna laddove si trovano.
Il Papa parla della Chiesa in uscita (EG 20-24) che, obbedendo al mandato del Risorto, si spinge fino agli estremi confini della terra (At 1,8).
Confini, limiti, periferie: ecco fino a dove si spingono la Parola e gli evangelizzatori!
Anche noi Ausiliarie Diocesane, secondo il carisma che ci è dato in dono, obbediamo al comando del Risorto Andate!, arrivando a toccare terre nuove.
Domenica 27 gennaio e 3 febbraio vorremmo raccontarvi due mete, due storie che, come direbbe il nostro Statuto, diventano luoghi di salvezza:
- Baranzate, dove Marinella è infermiera di quartiere;
- Milano, dove Chicca è assistente spirituale in carcere di S. Vittore.
Ci rendiamo conto che il nostro servizio al Vangelo diventa annuncio per noi stesse, prima che per altri. Nell'andare, siamo evangelizzate anche noi: i luoghi della carità pastorale diventano santuari e meta di pellegrinaggio.
Un cammino durato sedici anni
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Don Paolo Cortesi lo scorso giugno ha lasciato l’incarico di Assistente ecclesiastico dell’Istituto delle Ausiliarie diocesane.
Il compito dell’Assistente non è appariscente, ma è prezioso: se da una parte è l’Arcivescovo stesso a rendersi presente attraverso di lui nella vita dell’Istituto, dall’altra l’Assistente svolge le funzioni di consigliere e animatore spirituale.
Secondo il nostro Statuto, la durata del mandato non è prestabilita, ma dipende dal giudizio dell’Arcivescovo, della cui sollecitudine verso l’Istituto l’Assistente deve rendersi interprete (Statuto, n. 112). Così, Per sedici anni, rappresentando quattro arcivescovi, don Paolo ha camminato con noi, illuminando, incoraggiando e consigliando con discrezione e franchezza.
In occasione della giornata comunitaria, che tradizionalmente segna per noi la fine degli esercizi spirituali e del tempo estivo, desideriamo ringraziarlo di cuore per questo lungo servizio: abbiamo chiesto a Nuccia Marnati, Sorella Maggiore quando don Paolo iniziò il suo incarico, di regalare ai nostri lettori (e a don Paolo) un ricordo personale.
TUALOMBA (grazie in lingua Tonga)
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Sono partita con tante ansie, l’ignoto mi ha messo tanta agitazione ma come sono arrivata a Lusaka e ho visto Suor Maria Teresa e Suor Catherine che erano venute a prendermi per portarmi con loro a Monze tutte le ansie si sono acquietate e hanno lasciato spazio al desiderio di conoscere e di lasciarmi plasmare da questa nuova esperienza.
Le strade con delle buche enormi, che mi facevano sobbalzare nonostante la suora cercasse di evitarle, mi hanno fatto subito capire che anche gli spostamenti in quella terra d’Africa sono problematici appena si esce dalla città. Però accanto a questo la meraviglia suscitata in me dalla natura, ancora molto verde perché appena terminata la stagione delle piogge e appena cominciato l’autunno, non c’era infatti un caldo esagerato. Il tramonto bellissimo e velocissimo e poi il cielo stellato meraviglioso: come non pensare alla creazione, alla creatività di Dio che con tanta perfezione ha disegnato quella immensa natura senza fine. Il senso dell’infinito che spesso sperimento al mare, lì l’ho sperimentato con la terra è una sensazione bellissima.
Dopo 25 anni...ELENA
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Ascolto questa canzone di Fiorella Mannoia del 2011 e leggo:”come hai ascoltato la voce di Dio?” L’ho ascoltata come voce tra i banchi di scuola, la mia città, le cose e gli amici di tutti i giorni….e i miei sogni! Vivevo senza programmi speciali mi sembrava fosse già speciale ciò che stavo facendo a cui davo importanza più per paura di non riuscire che altro.
Dopo 25 anni... MARIAGRAZIA
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Ascoltare la voce di Dio con la testa, il cuore, e anche la memoria; è così che ho ascoltato la voce di Dio; non attraverso eventi grandi , ma cercando di ricordare quanto il Signore stava cercando di farmi capire attraverso la mia quotidianità, il vissuto in famiglia, nel rispetto vicendevole, nel lavoro nel servizio in parrocchia. Poi le risposte alle mie domande “chi essere”, “cosa fare”sono arrivate dal vangelo, soprattutto in Gesù che, solo nel campo degli ulivi, trova il coraggio di fare la volontà di Dio per il bene dell’umanità.
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