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DONNE DI SPERANZA/4: La guarigione della figlia pagana e...di Gesù

donna paganaUn Gesù insolito si presenta nei racconti di Marco (7,24-30) e Matteo (15,21-28): duro, insensibile, indifferente al dolore di una madre, la cui figlia è molto tormentata da un demonio. La donna, straniera, lo insegue urlando suppliche di guarigione, ma Gesù dichiara di doversi occupare innanzitutto del suo popolo. Verrebbe da chiedersi chi è veramente in balia di un demonio? Il nazionalista Gesù o la figlia malata?
La donna è angosciata, ma, per il bene della figlia, non può permettersi di disperare e deve lottare. Si aggrappa, così, a delle briciole, scarti di una tavola di vita da cui lei e sua figlia sembrano escluse. La madre non può rassegnarsi all’idea che un Dio finora annunciato come Padre amorevole e provvidente, che nutre i passeri e veste i gigli, possa rimanere indifferente al grido di una sua creatura.
Gesù finalmente apre gli occhi sugli scarti, loda la fiducia di questa donna e si sente in sintonia con il volto di Dio in cui ella spera: un Padre che ha posto per tutti. Così, da quel momento, Gesù si prenderà cura anche delle folle pagane.
La speranza materna di questa donna sa riconoscere e custodire quelle briciole, quei piccoli segni di vita anche quando prevale l’esperienza della malattia o l’indifferenza sociale. La richiesta di vita di troppi bambini e bambine, donne e uomini esclusi dalla tavola dei figli è ciò che potrà salvarci, tirarci fuori dai sepolcri dell’indifferenza e delle chiusure nazionaliste.
Cristina Viganò
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