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AVVENTO 6 / Il principio della Sapienza

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Non possiamo negarlo: da ormai lunghi mesi fluttuiamo in una eterna incertezza. Ogni programma, anche minimo, può essere smentito in ogni istante. Persino le certezze della routine quotidiana sono ormai saltate: il tempo scandito dal lavoro, dalla scuola… Ogni ritualità – religiosa o laica che sia – sembra aver perso il suo carattere rassicurante per precipitare nel baratro del “forse”.

In questo clima entra, come boa nell’agitarsi delle onde, questa Parola.

C’è un richiamo, innanzitutto: «La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce?» (8,1). Non possiamo non sentirla, perché passa in ogni luogo della nostra esistenza quotidiana: nei crocicchi delle strade, all’ingresso delle città, persino sulle soglie delle nostre case (8,2-3).

Alza la voce la Sapienza, per essere sicura d’essere udita: «A voi uomini mi rivolgo: voi stolti fatevi assennati, imparate… ascoltate… perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia.» (8,4-11).

Si racconta la Sapienza, perché sa che siamo pronti a risponderle: ma da che pulpito viene la tua predica?

«Dall’eternità mi ha generata Dio – ci dice – dall’origine io sono, da prima che le cose fossero; ero presente mentre il mondo veniva ordinato, mentre venivano posti confini perché ciò che è buono non potesse diventare devastazione. C’ero quando tutto era Bellezza e ci sono, ora come allora». Come arco teso tra Dio e gli uomini, vuole comunicarci la visione che il Creatore ha dell’universo, vuole farci entrare in questa scia di eternità per non lasciarci cadere nella trappola dell’ inutile sconforto.

Non nega il confine del tempo, tanto che sono sei le opere della creazione che elenca (8,27-29), ma mettendosi tra noi e Dio, pone un richiamo: non arrendetevi all’inesorabile scorrere del tempo, piuttosto fate dei vostri giorni un’occasione per amare, un gradino verso il Bene.

Il racconto di una mamma, rimasta prematuramente vedova con una numerosa prole, mi ha illuminato su come si possa vivere il tempo da artefici di bene. Per un certo periodo della sua vita – diceva –  le faccende domestiche le erano pesate non poco; un giorno però si era accorta che tutto poteva avere un respiro diverso: mentre stirava la camicia di uno dei figli, le venne spontaneo pensare a lui, rivolgendosi a Dio per affidarglielo, e così per ciascun membro della famiglia… La gioia che aveva provato l’aveva indotta a continuare così ogni giorno: degli atti ripetitivi e ordinari si coloravano di Cielo!

Allo stesso modo ricordo un santo sacerdote che, ormai anziano, faceva dei pochi passi che ormai muoveva quasi soltanto all’interno della sua casa, una preghiera ora per l’uno ora per l’altro: così mentre faceva le scale pensava a don …, dal corridoio alla cucina a… e così via.

Allora, donaci la Sapienza, Signore, che è con Te fin dal principio,

perché ascoltando la sua voce troviamo la vita!

Essa ci guidi nell’oscurità del nostro tempo a scorgere la luce della Speranza.

Siano i nostri giorni cammino verso l’incontro con Te

e i nostri atti scintille della tua Carità.

                                                                                                                                                       Guglielmina Scattolin

                                                                                                        Parrocchia Beata Vergine Assunta, Seggiano (Pioltello)
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