Stampa

AVVENTO/5: L’opera della Sapienza

Data pubblicazione
Visite: 751
Dalla Creazione alla fine dei Tempi. È uno sguardo, un sospiro, che attraversa l’intera esistenza: il tempo che viviamo è così? Scrive il nostro Arcivescovo: «L’esperienza comune conosce il tempo che passa, troppo rapido normalmente, troppo lento quando la vita è noiosa, la solitudine è angosciante e qualche male tormenta troppo a lungo il corpo e l’anima. Il tempo che passa ha come risultato che, come si dice, ogni anno diventiamo più vecchi, ogni bellezza svanisce, ogni casa va in rovina. Questa ovvietà è, però, gravida di motivi per pensare e diventare saggi» (M. Delpini, Il verbo entra nella storia, p, 10-11). La Sapienza, cantata nel breve testo che ci proponiamo di meditare in questa settimana, è narrata nel libro detto della “Sapienza di Salomone”, uno dei testi appartenenti ai manoscritti dei LXX e scritto in Egitto nella prima metà del I sec. a.C. È quindi uno dei testi che non fanno parte della Bibbia ebraica e che ha familiarità con la cultura ellenistica. Come queste note possono aiutare la nostra preghiera?


1.     Offrendoci l’umiltà del sentirci dentro una grande storia. Tante volte cadiamo in considerazioni individualistiche o partigiane e insistiamo a parlare solo di noi stessi. Consideriamo anche la pandemia valutando solo l’ingiusta malattia che ci può colpire, ma ci rifiutiamo di considerare la grave situazione ecologica che stiamo affrontando in tutto mondo.

 2.     Offrendoci la posizione in cui stare: non dobbiamo metterci al centro, ma possiamo sentirci parte. Ci sono emozioni che possiamo trasformare grazie all’esercizio di imparare a trattarle. Una di queste è la noia. Essa è molto importante perché prepara alla pazienza, alla meticolosità, alla resistenza. Se invece diventa l’insoddisfazione continua, l’ansia del non poter fare, la molla dell’aggredire, allora la noia ci rende egocentrici. 3.     Offrendoci il senso dell’armonia che è capace di tenere insieme aspetti diversi, che sa rilanciare la verità in culture diverse, che sa utilizzare linguaggi e parametri differenti da quelli che abbiamo vissuto fin ora, perché è illuminata dal desiderio di futuro. Possiamo rileggere, nella nostra preghiera, l’intero brano: Sap 9,1-18. Scopriremo che siamo chiamati a riflettere sul fatto che nessun essere umano conosce i pensieri di Dio, perché la nostra intelligenza è debole, i nostri limiti fisici sono evidenti. Tuttavia oggi abbiamo l’occasione di andare oltre ai soliti buoni propositi e possiamo scegliere. Come scrive l’Arcivescovo: «In ogni situazione c’è la possibilità di scegliere il bene, di decidersi ad amare, di mettere mano all’impresa di migliorare le cose e contribuire ad aggiustare il mondo» (p.15). Oggi possiamo scegliere, possiamo riscoprire, la forza di un’armonia che ci è donata dal vivere ogni giorno un tempo di preghiera e di meditazione.


Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Dove la paura e la superficialità
ci rendono ottusi,
l’orgoglio e la fretta
ci rendono ciechi,
manda il tuo Spirito d’Amore
e donaci nuovo desiderio di futuro.

                                                                                                                                                            Isa Santambrogio

                                                                                                                                      Parrocchia Santo Stefano, Milano

I cookies ci aiutano ad offrirti un servizio migliore. Continuando a navigare accetti l'utilizzo dei cookies.