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AVVENTO/2: L’attesa degli stolti

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La parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13) è propria dell’evangelista Matteo, presentando una situazione che ai tempi di Gesù poteva essere realistica. Alla vigilia delle nozze, al tramonto, il fidanzato si recava con gli amici alla dimora della fidanzata che attendeva il suo arrivo già abbigliata e assistita dalle amiche. Al calare delle tenebre era normale che le giovani compagne della sposa accendessero le lampade per accogliere lo sposo. 

Ma ecco che viene sottolineata la differenza tra cinque vergini, ‘sagge’, che hanno preso con sé dell'olio di scorta in vasi, e cinque, ‘stolte’, che invece non ci hanno pensato: è proprio qui il fulcro della parabola. I piccoli vasi che le ragazze hanno portato con sé richiamano l’attenzione dell’ascoltatore su un grande atteggiamento, in vista della salvezza. I vasi mancanti sono segno di superficialità e frettolosità nel pensare al tempo che viene!

La conclusione, in effetti, non è a lieto fine - dopo il dialogo serrato delle ragazze - con l'esclusione definitiva dal Regno. Per la verità, poi, non manca nemmeno l’emergere di una certa antipatia per le ragazze che non condividono l’olio…  



Se però si riflette a fondo su questa pagina si scopre anche qualche cosa di confortante, capace di aprire alla speranza. Chi attende con ansia qualcuno o qualcosa? Chi ama fino in fondo! …la sposa che attende il marito da un lungo viaggio, la mamma che teme per il figlio che non rincasa; l'innamorato che non vede l'ora di incontrare l'innamorata. Per costoro non c'è nemmeno bisogno di dire di rimanere svegli in attesa di incontrare l’amato!

Cosa significa, allora, ‘attendere’? Tutte e dieci le vergini della parabola sono in attesa dello Sposo che pare tardare a venire. È un’attesa lunga ed estenuante, tutte si assopiscono, nonostante il grande desiderio di arrivare all’incontro e la grande progettualità di alcune, premunite di vasi con la scorta dell’olio.

La differenza tra le une e le altre sta proprio in questi piccoli vasi, segno di una lunga attesa che il primo gruppo di ragazze non ha saputo riconoscere. C’è, allora, un’attesa stolta. Il tempo dello sposo potrebbe indurre sonnolenza e dimenticanza: se non ci si attrezza con l’olio, la lampada potrebbe spegnersi per sempre! Fuori di metafora, è stolto pensare che il tempo a disposizione della vita sia talmente breve da poter vivere senza un piano di lavoro. C’è invece una saggezza nel saper progettare bene il futuro! Le 10 vergini che si addormentano suggeriscono che la storia è uguale per tutti, che la vita ha gli stessi ritmi per tutte le persone, credenti o non credenti: difficile vivere pienamente desti il proprio tempo! C’è però un grido che risuona improvviso e che sveglia tutti: “Ecco lo sposo, andategli incontro!”. La prontezza della risposta fa la differenza. A certi appuntamenti non si può mancare! Il rischio è di non riuscire a cogliere le opportunità che la vita offre e rimanere nella stoltezza. Come evitare ciò?

Attendere non è facile, molte volte lo si vive come perdita di tempo, soprattutto nel mondo efficientista di oggi che chiede di fare tante cose nell’immediato. Il segreto dell’attesa vera è la fede, che manca a chi è stolto. Attesa autentica significa essere pienamente presenti a sé; una persona in attesa è paziente e saggia, capace di vivere fino in fondo la situazione che sta attraversando. La persona impaziente non coglie il ‘qui’ ed ‘ora’ delle cose, non ne vede l’importanza e fugge dal presente pensando che l’evento significativo della vita avverrà in qualche altro luogo. La persona paziente osa restare dove è: la sua attesa non è passiva e comporta l’accettare pienamente il momento presente!

Insegnaci, Signore, la pazienza dell’Attesa!

Insegnaci a progettare la vita con saggezza…

Insegnaci ad accogliere il presente …

Aiutaci a trovare tempo:

per cercare l’olio

per attendere lo sposo,

per amare fino alla fine!

Vieni, Signore Gesù.

Maria Teresa Villa

Parrocchia San Marziani – Sesto Ulteriano

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