Il discorso del Papa si è concentrato attorno a due nuclei fondanti della nostra vocazione: la stretta collaborazione pastorale con il Vescovo, che si fa attento a un dono che si riscontra nella comunità e opera un discernimento [...] il carisma viene vagliato, accolto e riconosciuto, e riceve una sua forma in quella comunità diocesana e il popolo di Dio, di cui l'appartenenza e il servizio nella forma diocesana sono intesi come radicamento, fedeltà e dedizione e non chiusura, particolarismo ed esclusione.
A quell'incontro ha fatto eco il nostro Vescovo, nell'omelia dell'8 settembre in Duomo per la Solennità della Natività di Maria. Accogliendo i candidati al presbiterato e al diaconato, ha detto di sentire una particolare responsabilità per le altre forme di vita consacrata particolarmente dedicate alla Chiesa diocesana: noi Ausiliarie, l'Ordo Virginum, l'Ordo viduarum, gli Oblati e l'Azione Cattolica.
La Chiesa diocesana vive una pluralità di carismi e ministeri che le sono propri, ne prendono la fisionomia e se ne fanno carico insieme al Vescovo. Riconosciamo in tutto questo una chiamata di popolo alla santità.