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Uscire 8. Uscire per andare

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uscireI quattro vangeli sono concordi nel raccontare che il primo giorno dopo il sabato delle donne si sono recate al sepolcro di Gesù, per «vedere il sepolcro» (Mt 28,1), «per ungere Gesù» (Mc 16,1), portando «gli aromi che avevano preparato» (Lc 24,1), o per motivi non espressi (Gv 20,1). Quello che è certo è che donne sole, senza compagnia maschile, andarono sulla soglia tra vita e morte. Come le levatrici dell'Esodo (Es 1,19), però, esse furono precedute dall'evento: l'uscita divina precede sempre (Es 11,4), la tomba è vuota.

La risurrezione, che fa di Gesù il primogenito di coloro che risuscitano dai morti (Col 1,18), rilancia quindi il cammino delle donne su nuove strade, aperte quanto il mondo, affidando loro il compito di annunciare ancora la vita che viene dalla morte definitivamente (Mt 28,10; Gv 20,17) e indirizzando i loro passi verso una quotidianità (Mt 28,10) in cui il Signore Risorto «precede» i suoi (Mc 16,7). Una comunità, che voglia rispondere oggi alla chiamata ad uscire, essere sciolta ed andare, non potrà mancare di essere fedele a queste sue origini: dovrà essere capace di stare sulla soglia, avrà bisogno di occhi per vedere ancora l'uscita preveniente del Signore, dovrà rendere viva e fattiva la memoria della sua nascita senza dimenticare mai che mani femminili l'hanno accompagnata.

(da L. Invernizzi, «Esci e cammina! Appunti di viaggio per esseri di nascita», Servitium III 2013(2014) 17-24, 23-24)



Traccia per la preghiera

Leggi con calma il brano biblico: Giuditta 16,1-16

Giuditta disse:

«Lodate il mio Dio con i timpani,

cantate al Signore con cembali,

elevate a lui l'accordo del salmo e della lode;

esaltate e invocate il suo nome.

Poiché il Signore è il Dio che stronca le guerre;

egli mi ha riportata nel suo accampamento

in mezzo al suo popolo,

mi ha salvata dalle mani dei miei persecutori.

Calò Assur dai monti, giù da settentrione,

calò con le torme dei suoi armati,

il suo numero ostruì i torrenti,

i suoi cavalli coprirono i colli.

Affermò di bruciare il mio paese,

di stroncare i miei giovani con la spada,

di schiacciare al suolo i miei lattanti,

di prender come preda i miei fanciulli,

di rapire le mie vergini.

Il Signore onnipotente li ha rintuzzati

per mano di donna!

Poiché non cadde il loro capo contro giovani forti,

né figli di titani lo percossero,

né alti giganti l'oppressero,

ma Giuditta figlia di Merari,

con la bellezza del suo volto lo fiaccò.

Essa depose la veste di vedova

per sollievo degli afflitti in Israele,

si unse con aroma il volto,

cinse del diadema i capelli,

indossò una veste di lino per sedurlo.

I suoi sandali rapirono i suoi occhi

la sua bellezza avvinse il suo cuore

e la scimitarra gli troncò il collo.

I Persiani rabbrividirono per il suo coraggio,

per la sua forza raccapricciarono i Medi.

Allora i miei poveri alzarono il grido di guerra

e quelli si spaventarono;

i miei deboli alzarono il grido

e quelli furono sconvolti;

gettarono alte grida e quelli volsero in fuga.

Come figli di donnicciuole li trafissero,

li trapassarono come disertori,

perirono sotto le schiere del mio Signore.

Innalzerò al mio Dio un canto nuovo:

Signore, grande sei tu e glorioso,

mirabile nella tua potenza e invincibile.

Ti sia sottomessa ogni tua creatura:

perché tu dicesti e tutte le cose furon fatte;

mandasti il tuo spirito e furono costruite

e nessuno può resistere alla tua voce.

I monti sulle loro basi insieme con le acque sussulteranno,

davanti a te le rocce si struggeranno come cera;

ma a coloro che ti temono

tu sarai sempre propizio.

Poca cosa è per te ogni sacrificio in soave odore,

non basta quanto è pingue per farti un olocausto;

ma chi teme il Signore è sempre grande.

 

Domande per te

- Da quale situazione il Signore, oggi mi chiede di risorgere, di ritornare ad affidarmi a Lui? Come comunità cristiana a quale risurrezione siamo chiamati?

- Provo a contemplare la mia vita e quella della Chiesa: quali segni della presenza del Signore risorto? Quali passi in uscita siamo chiamati a fare: verso chi?

 

Preghiera

Signore Gesù,

forse anch'io indosso un abito di lutto, fatto e cucito di:

poca speranza, paura, rassegnazione, individualismo,abitudinari età...

un abito nel quale ho imparato a stare comoda.

E mi sembra che non sono la sola, intorno a me c'è altra gente che porta questo abito

ed abbiamo imparato a stare comodamente bene insieme.

Ti chiedo, allora, la grazia di spogliarci,

aiutaci a deporre questa veste:

svuotaci da ogni nostra comodità, arroganza...

Cuci tu su di noi la tua tunica:

rivestici dei tuoi sentimenti,

aiutaci a far riaffiorare in noi il tuo pensiero,

donaci occhi capaci di vederti

risorto e presente in questa nostra storia.

Muovi i nostri passi in uscita

Incontro ad ogni uomo donna,

desideriamo portare la tua salvezza,

desideriamo entrare e far entrare molti

nella danza del tuo Regno.

 

a cura di Chicca Sacchetti

Così sia!

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