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Un mese con il cardinal Montini

In prossimità della beatificazione del cardinale Giovanni Battista Montini - papa Paolo VI, ci accompagneranno, giorno per giorno, stralci di alcuni discorsi tenuti ai giovani della Diocesi di Milano negli anni del suo episcopato.

Questo "pensiero del giorno" nasce da un lavoro di ricerca che ho fatto sui testi di Montini per il Magistero in Scienze Religiose, mossa dal dono della vocazione che mi unisce all'Istituto delle Ausiliarie Diocesane e dal legame che abbiamo con colui che ne è l'ispiratore.

Dalle biografie su di lui ho potuto riconoscere una sollecitudine pastorale per la gioventù già a partire dal'esperienza bresciana dell'Oratorio della Pace e del mondo studentesco ed universitario. Quando fu nominato arcivescovo di Milano si trovò a guidare la Diocesi italiana più estesa e variegata, investita dal boom economico, dalle immigrazioni e dalle conseguenti ricadute sulla vita di fede della gente e sul mondo della cultura.

Fin da subito egli si propose di conciliare l'obbedienza alla tradizione con l'apertura al nuovo, la conservazione fedele del patrimonio di fede con un dialogo aperto con la cultura moderna secolarizzata. La sua intenzione pastorale di fondo era che il cristianesimo entrasse e vivificasse la cultura. Occorreva andare oltre le forme tradizionali di presenza nella società, per favorire quelle che permettevano di evangelizzare anche gli ambiti più lontani dalla Chiesa.

Questa presenza profetica nella società non poteva non coinvolgere in prima persona i giovani cattolici, considerati soggetti attivi e risorse nuove nella Chiesa. A noi rimangono gli innumerevoli interventi dell'allora Arcivescovo durante le visite pastorali a parrocchie e scuole e ai raduni delle Associazioni Cattoliche (AC, ACLI, AGESCI, FOM, FUCI...).

Luisella Grassi

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