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I luoghi dell'incontro 6 : la città

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6.cittàSiamo nel libro del Cantico dei Cantici, un libro che ha faticato ad entrare nel canone biblico e che è poco proposto: a volte è proclamato nelle celebrazioni nuziali, normalmente ne leggiamo solo alcuni versetti durante l’anno liturgico. È un libro ardito che racconta l’amore: non solo l’amore tra Dio e il suo Popolo (come veniva interpretato in passato), ma narra l’amore umano, meglio, possiamo dire che celebra l’amore umano (non riducibile a quello matrimoniale!) perché noi siamo fatti per amare! Esistiamo per amare! Desideriamo essere amati!
Verità e desiderio non solo di alcuni tempi-luoghi della nostra vita, ma che ci accompagnano e dimorano in noi nella ferialità-quotidianità, lì dove siamo e viviamo, mentre noi ci muoviamo e percorriamo la città.
La città che è connotata di una certa ambiguità: da una parte è fucina di relazioni, come un telaio dove si intrecciano i fili di vite-storie fino a creare un tessuto dai molti colori; dall’altra parte, nella città spesso si sperimenta l’anonimato fatto di sguardi bassi, passi frettolosi…
E, allora, ci venga in aiuto questa donna che osa dare voce al suo e nostro desiderio più profondo, che ci insegna dei movimenti. Vediamoli.
“Letto, notte, anima” dicono un’intimità, quella parte più profonda di noi che nessuno ci invita ad ascoltare, perchè tutto intorno a noi ci suggerisce di rimanere ad un livello superficiale. Se ci concediamo il coraggio di porci in ascolto di ciò che abbiamo nel cuore sentiamo il desiderio dell’amore vero e, forse, ne percepiamo una certa assenza.
“Mi alzerò”: risorgere! Non lasciarsi rinchiudere nel sepolcro dell’abitudine della mediocrità di una vita che scorre da sé e, nemmeno, lasciarmi fermare dai risultati già raggiunti. Risorgere significa alzare lo sguardo per poter iniziare a cercare l’amore.
Cercare. Cerco ciò che mi manca, o nel nostro caso sembra non esserci; cerco ciò che ritengo importante, che ha un valore, che dà una luce-sapore alla vita. Cercare implica anche un impegno, una volontà, un intelligere: guardare dentro.
I due versetti che abbiamo letto sembrano finire male, ma l’amato sarà trovato subito dopo. Per trovare bisogna in qualche modo uscire dai nostri pre-concetti, occorre svuotarsi. Così percorrendo le strade e le piazze della città possiamo contemplare i semi dell’amore umano: piccoli gesti di attenzione, di cura, di rispetto, di responsabilità, che divengono riflesso dell’Amore, aprono alla gratitudine. Riconoscere e contemplare non solo dà luce e sapore alla vita, ma dà forma alla vita: si diviene ciò che si contempla.
E tutto questo diviene un nuovo modo di abitare la città, di fare della città una dimora.

Dal Cantico dei Cantici (Ct 3,1-2)
1Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amore dell'anima mia;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
2Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amore dell'anima mia.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.

PER ANDARE IN PROFONDITÀ
1. Con calma mi metto in ascolto della mia intimità più profonda: quali desideri? Quali paure in questo ascolto?
2. Un invito: percorri le tue strade di oggi cercando i segni che raccontano l’amore.


PER ALZARE LO SGUARDO
Signore, donaci di ascoltare ciò che di più vero abita in noi,
donaci quella nostalgia che ci fa alzare in piedi in cerca di quel racconto dell’amore
che attraverso l’umano Tu dispieghi nella nostra città.
Donaci uno sguardo attento capace di riconoscere e contemplare,
lascia che dal nostro cuore esca la gratitudine.
Signore donaci di abitare la città da risorti.

Chicca Sacchetti ausiliaria diocesana
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